I genitori

 

 I genitori

 

 

Emidio Tribulato 

 

GENITORE GENETICO – BIOLOGICO – AFFETTIVO - EDUCATIVO

C'è un genitore genetico; che è quello che mette i propri geni nella formazione del bambino: papà e mamma al momento della fecondazione danno ai figli il loro patrimonio genetico con tutte le caratteristiche somatiche e psicologiche.

C'è un genitore biologico; che è quello che mette al mondo un figlio.

C'è un genitore affettivo; che è quello che ama o ha una relazione affettivamente valida con il minore.

C'è un genitore educativo; che è quello che riesce a sviluppare tutte le potenzialità di un bambino.

Sarebbe importante che queste quattro componenti: genetica, biologica, affettiva e educativa si ritrovassero nelle stesse persone, perché di una cosa siamo certi, che le dinamiche affettive cambiano molto e sono più complesse e difficili da affrontare sia nei genitori sia nei figli quando questi elementi non si ritrovano insieme, negli stessi genitori.

Tramandare nei figli i propri geni, significa in qualche modo prolungare la propria vita e quindi se stesso, nel futuro. Significa che in quel bambino c'è qualcosa di tuo. Curare seguire, mettere al mondo un bambino che ha un altro patrimonio genetico, fa nascere difficoltà sia nell’amore, che nel dialogo e nell’accettazione reciproca. E’ più difficile aprirsi, comunicare, amare educare qualcuno che non senti pienamente tuo “sangue del tuo sangue.” Anche per un figlio il senso di appartenenza è fondamentale. Vi è in lui difficoltà ad accettare pienamente e amare uno o entrambi i genitori con cui non vi è un legame completo, mentre nel frattempo vi è un aumento della conflittualità interiore. La stessa difficoltà, ma in misura minore, si ha anche nei confronti dei parenti: nonni, zii, cugini. Anche la relazione con questi diventa più complessa e difficile quando non vi sono normali legami familiari.

Queste problematiche si trovavano fino a qualche decennio fa solo nei figli cosiddetti “naturali” e nelle situazioni di adozione. Oggi sono diventate molto più frequenti a causa delle fecondazioni eterologhe, delle “intime amicizie”, delle “relazioni affettuose”, dei “compagni di vita”, delle convivenze e matrimoni  con persone divorziate o separate con figli. Anche in questo caso si dice che i minori devono “adattarsi” a convivere con più genitori, con vari fratellastri e con nonni e zii di varia provenienza. Non ci accorgiamo o facciamo di tutto per rimuovere e negare il fatto che con molta superficialità e tanta incoscienza stiamo collocando sulle spalle dei nostri figli dei pesi psicologici che alla lunga diventeranno insopportabili.

Molto spesso leggiamo che solo da qualche decennio i minori sono protetti, mentre prima erano in balia  di genitori o altri adulti che potevano picchiarli, sfruttarli, violentarli, senza problema. Ciò è parzialmente vero solo sul piano legislativo. Ma non è affatto detto che ciò che è scritto nelle leggi di uno stato si traduca nella realtà, anzi, se non sono presenti delle norme morali ed etiche nell’animo degli adulti e se non vi è una maturità personale e familiare che le sostenga, a nulla valgono le leggi scritte, a nulla valgono i tribunali.

E’ molto più facile che sia ben applicata una legge scritta nella mente e nel cuore delle persone, che non una legge scritta nei codici.

Né sono la prova le mille e mille violenze fatte sui minori di cui stiamo parlando, le quali non solo non diminuiscono con l’aumentare delle leggi di protezione, ma aumentano a dismisura.

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "L'educazione negata Edizioni E.D.A.S.

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