Prescrittura

PRESCRITTURA

   

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""""""""""""""""""  BUONA PARTE DEI TESTI DI QUESTA SEZIONE SONO STATI TRATTI DAL LIBRO "PREPARAZIONE ALLA SCRITTURA -  DI EMIDIO TRIBULATO - ANNA NEGRI - MARGHERITA RIOLO   """""""""""""""""""""

Fin dai primi mesi di vita, il bambino prende coscienza della propria esistenza, della possibilità di imporre la propria presenza, di incidere sull’ambiente estero e di modificarlo, quando comincia a lasciare le prime tracce, un “qualcosa” da lui prodotto che è osservabile, riconoscibile e identificabile da sé stesso e dagli altri.

      All’inizio queste tracce sono rappresentate dai suoni che egli emette e che man mano modifica, perfeziona e differenzia sino a farne un vero e proprio linguaggio, una prima rudimentale forma di comunicazione. In seguito, nel processo di esplorazione dell’ambiente, il bambino viene a contatto con dei materiali, dapprima non strutturati allo scopo (acqua, saliva, sabbia, polvere…) e quindi successivamente con gessi, matite, penne utilizzando i quali, in un modo qualunque, può lasciare una traccia grafica.


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Dal compiacimento che prova nello scoprire i segni da lui prodotti, nasce l’interesse e il desiderio di riprodurli, così egli inizia a scarabocchiare, anche se non ha ancora raggiunto un sufficiente controllo motorio.

      Inizialmente l’attività grafica è grossolana, coinvolge tutto il corpo, i movimenti sono molto larghi, si espandono in diverse direzioni, a seconda della posizione in cui si trova il bambino.

      Ad un certo punto questi scopre la corrispondenza che esiste tra i suoi movimenti e i segni ottenuti: il gesto, dapprima istintivo o casuale, diventa intenzionale ed il bambino comincia a indirizzare i suoi movimenti e a variarli, perfezionando la sua abilità e la coordinazione visuo-motoria.

      Lo scarabocchio rappresenta per il bambino uno dei mezzi con il quale egli manifesta i suoi stati d’animo. Esprime la sua aggressività attraverso l’intensità maggiore o minore con la quale segna il foglio o lo strappa con dei segni violenti, molto netti, decisi e irregolari. Manifesta la sua gioia attraverso linee che si espandono  e si modellano in modo dolce e armonioso sul foglio; esprime le sue paure attraverso piccoli segni cui attribuisce un potere magico.

 

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      Ciò avviene senza alcuna pretesa di rappresentazione della realtà. Tuttavia fin dall’inizio lo scarabocchio non è solo un evento cinetico che provoca un piacere fine a sé stesso, privo di elementi intellettivi o affettivi, ma già in esso possiamo evidenziare alcuni aspetti della vita interiore e del carattere del bambino stesso. 

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