INNAMORAMENTO E AMORE
Emidio Tribulato - INNAMORAMENTO ED AMORE
Il sentimento o meglio l’emozione dell’innamoramento che ci spinge tra le braccia di una persona dell’altro sesso è particolare: spesso è descritto come un sentimento travolgente, irresistibile, improvviso. A volte appare come “cieco”. La persona che lo prova non capisce che cosa di quell’uomo o di quella donna l’attrae in maniera così forte ed irresistibile, Il più spesso sono gli altri che non capiscono i motivi che possono portare ad un sentire così travolgente. Per noi la persona di cui siamo innamorati è la più bella, buona, affascinante, agli occhi degli altri può, invece, apparire banale, insignificante, sgradevole. D’altra parte, i giudizi degli amici o familiari che siano, non intaccano minimamente le nostre opinioni, anzi ci offende ogni parola che contrasta con il nostro sentire. In altre situazioni questa emozione è avvertita come “malattia” o “pazzia”, specialmente dai genitori che assistono impotenti allo sconvolgimento del loro figlio o figlia. La persona innamorata stessa, a volte, assiste con sgomento ai cambiamenti che avvengono nel proprio comportamento; per questo ella stessa vive questa emozione come “follia” o come “costrizione.”
Ci si può innamorare a tutte le età, però l’età in cui più frequentemente si è coinvolti da questa emozione è sicuramente l’età adolescenziale. In questa età gli innamoramenti non solo sono frequenti ma, per alcuni, somigliano alle malattie esantematiche dei bambini, appena ne finisce una, ne comincia subito un’altra.
Le sensazioni che prova la persona innamorata sono ben ricordate da chiunque abbia almeno una volta provato questo sentimento:
· il batticuore, quando lui/lei telefona, quando ci manda un messaggio, una lettera, quando finalmente possiamo incontrarlo/la;
• l’ansia dell’attesa, l’ansia di sapere se anche l’altra prova le nostre stesse emozioni: “Mi ama?” “Non mi ama?” “Quanto mi ama?” “Mi ama quanto io l’amo o di meno?”
• le paure: di perderla, di non renderla felice abbastanza, d’averla fatta soffrire, di non incontrare il favore dei suoi genitori o che non piaccia ai nostri. E poi la felicità mista alla sofferenza, la gioia mista al dolore, l’esaltazione mista alla depressione;
• il senso di pienezza e d’appagamento quando lei è vicina, il senso di vuoto e fragilità e annullamento quando lei è lontana;
• il desiderio d’essere vicini all’altra in tutti i modi sia psicologici che fisici;
• la voglia di fare grandi cose, di cambiare il mondo mentre contemporaneamente vi è difficoltà a compiere le cose più elementari d’ogni giorno “perché la testa è sempre là.”
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Cosa ci fa innamorare?
Gli stimoli che accendono la miccia dell’innamoramento possono provenire dall’esterno o dall’interno. Quelli esterni nascono da qualche particolare della persona che incontriamo che consciamente o inconsciamente riflette dei nostri desideri o aspirazioni, o ci ricorda una persona amata nell’età infantile, ad esempio i nostri genitori. Un particolare del suo viso, del corpo o del carattere fa scattare in noi una molla irresistibile che ci spinge verso di lei. Altre volte la persona di cui si è innamorati è come uno schermo bianco su cui proiettiamo la parte femminile o maschile che in noi manca, oppure è qualcuno su cui proiettiamo il bisogno di donazione, affetto, comprensione, protezione, gioia, calore, sessualità. Ci possiamo allora innamorare di una persona che si conosce solo da pochi minuti o che non si conosce affatto.
Perché ci innamoriamo?
E’ difficile rispondere a questa domanda, se non collegandola agli altri elementi naturali: perché sbocciano i fiori? Perché tutti i cuccioli sono così vivaci e così amati?
Chi si è qualche volta cimentato ad accendere un falò, un caminetto o una stufa a legna, sa che deve mettere nella parte più bassa della carta di giornale, sopra delle foglie e dei piccoli rametti, poi dei rami più grossi ed infine dei grossi tronchi.
La carta, le foglie ed i piccoli rami faranno un gran fuoco ma solo per qualche minuto. Quanto basta però per accendere i tronchi più grossi che bruciando lentamente daranno luce e calore per molte, molte ore.
Ecco, l’innamoramento somiglia al fuoco iniziale, molto intenso, vigoroso, impetuoso ma che dura poco. L’amore al calore e al fuoco dei grossi tronchi che hanno bisogno, spesso, di un gran fuoco per accendersi, che non fanno una gran fiamma, ma che in compenso restano accesi per lungo tempo.
Fuor di metafora si potrebbe dire che l’innamoramento è lo strumento migliore che la natura ha escogitato per iniziare velocemente ed impetuosamente un cammino di coppia che dovrebbe portare all’amore e alla procreazione, in un contesto saldo e duraturo come una famiglia.
L’amore è quindi, molto spesso, la continuazione dell’innamoramento.
Non sempre le cose procedono in questo modo, altre volte, più raramente, l’amore può sbocciare direttamente dall’amicizia o dalla condivisione di un progetto o di una responsabilità educativa o familiare. Questo tipo di realtà amorosa è quello che è vissuto nei matrimoni “combinati” o da quelle coppie che si conoscono, si stimano vicendevolmente, si sentono e vivono, a volte per lungo tempo, un rapporto d’amicizia, e poi si amano, quando scoprono dei sogni, dei sentimenti, delle emozioni comuni, quando sentono nascere in loro un’intesa speciale.
Quando il bambino inizia ad amare?
Non sappiamo quando il bambino comincia a sentire per la prima volta questo sentimento. Ci piace immaginarlo e forse non siamo lontani dalla realtà, che il suo primo gesto d’amore possa coincidere con il primo sorriso.
Prima di allora il bambino aveva sempre chiesto: cibo, pulizia, affetto, coccole, comprensione; con il sorriso, per la prima volta, è lui che dà qualcosa agli altri e al mondo che lo circonda. Si può immaginare che vi sia in questo momento non solo la consapevolezza che fuori di lui c’è qualcuno, ma che questo qualcuno, aspetta ed è felice di un suo gesto d’amore.
In quel primo sorriso:
• vi è una comunicazione: “Sono contento, sono soddisfatto.” ”Mi piace la tua presenza, il tuo volto.” ”Mi piacciono le tue smorfie.” “Mi piace come mi stringi al petto, come mi tocchi, come ti curi di me”;
• vi è gioia, della gioia dell’altro: “Sono felice perché tu sei felice”, è ciò che comunica il bambino alla madre e viceversa;
• vi è comprensione, rispetto, intesa e complicità;
• vi è piacere dei baci, delle carezze e del contatto fisico;
• vi è scambio di doni affettivi: “Tu mi dai il tuo affetto, il tuo latte, le tue premure, io ti ricambio con l’unica cosa che ho a disposizione, con l’unica cosa che so che ti farà felice: il mio sorriso”;
• gli esiti di questo scambio sono fondamentali per i genitori e per il bambino. I genitori comprendono, e ne sono felici, che tutti i loro tentativi di dialogo sono andati a buon fine: il figlio ascolta, comprende, risponde. Capiscono inoltre che nella risposta sono lanciati dei messaggi positivi: “ Io sento che voi mi volete bene.” “Io sto bene con voi.” ”Il mondo mi piace per merito vostro”. Aumenta quindi il vissuto di sicurezza per essere accettato, per il fatto di capire, e farsi capire e per il fatto di saper fare delle cose che fanno piacere agli altri. Aumenta allora la fiducia in se stesso e nel mondo;
• nasce quindi un progetto comune: noi ci vorremo sempre bene, noi ci aiuteremo a vicenda, noi staremo vicini.
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Tutti questi elementi li ritroviamo nell’amore adulto.
Questo sentimento, l’amore, è fondamentalmente diverso dall’innamoramento. Ci si può innamorare anche di qualcuno che non si conosce o che si è incontrato da pochi minuti. Si ama, invece, qualcuno che si conosce, che si stima, con cui si è stabilito un rapporto d’amicizia, comprensione e dialogo.
Ci si innamora di una persona cui si attribuiscono tutte le qualità positive possibili: “E’ l’uomo più bello, più coraggioso, più interessante e affettuoso che io conosca.” Si ama qualcuno che porta nella sua realtà umana qualità positive e negative. Pertanto si accettano i pregi come i difetti; perché sappiamo che gli uni e gli altri fanno parte di lui/lei.
L’unica progettualità che vi è nell’innamoramento è il desiderio di stare vicini, il più possibile, con l’altro. La progettualità nell’amore è invece molto più vasta: si ama qualcuno e con questi si progetta una casa in cui abitare, dei figli da educare, degli interessi da condividere: “Staremo vicini e ci vorremo bene non solo oggi, che siamo giovani, belli e pimpanti, ma anche tra tanti anni, quando non saremo più giovani, quando la bellezza fisica sarà sfiorita, quando avremo bisogno di sostenerci a vicenda nelle malattie e nel bisogno.”
L’innamoramento può durare anche solo dall’alba al tramonto, o magari “l’espace d’un matin”, l’amore può durare tutta la vita.
Che cosa è cambiato in questi vissuti?
Ci si innamora ancora, si ama ancora, si progetta ancora un futuro insieme; eppure qualcosa è cambiato. I giovani, soprattutto i maschi, si innamorano più raramente; più raramente l’innamoramento acquista le caratteristiche dell’amore; più raramente l’amore si apre ad una progettualità. Si ha come paura di dire “Ti amo.” Queste due parole sembrano troppo importanti ed impegnative. Si ha paura di un coinvolgimento della coppia “ per la vita.” Si ha ancora più paura e difficoltà ad impegnarsi come coppia nella costruzione di una famiglia.
Ci si innamora di meno forse perché questo sentimento è fatto anche di mistero, di scoperta, di conquista e sogno. Questi quattro elementi sembrano scomparsi nella vita quotidiana e nella relazione tra i sessi. La femminilità non è più quel luogo incantato e misterioso cui avvicinarsi trepidante alla fine dell’adolescenza, essa si incontra per anni sui banchi di scuola: chiacchierona, petulante, più brava, più apprezzata, più attenta, più “secchiona” di noi maschi; si incontra nelle mille feste d’onomastico e compleanno: quando si è piccoli antipatica, smorfiosa, “rompina” e poi, da più grandi, disponibile, seduttiva, aperta a tutte le esperienze, di facile conquista. Ogni sabato sera, ma anche in tanti altri giorni, è là che si dimena sudata, scollata, invasata, sulla pista da ballo o sul “cubo”.
Non ha più mistero e sogno il suo corpo scoperto da mani voraci fin dalla prima adolescenza, sbattuto senza veli in ogni spettacolo, come nella prima pagina d’ogni giornale o rivista: nudo, aperto, impudico, disponibile. Non è più un sogno rivestita di abiti maschili, sicura di se, aggressiva, determinata come un uomo.
Anche per la ragazza l’innamoramento è difficile.
E’ difficile sognare d’innamorarsi di un uomo quando, per anni nostra madre e l’ambiente sociale lo hanno descritto come un essere imbelle, traditore, incapace di profondi sentimenti, violento.
E’ difficile innamorarsi di un uomo quando per anni, nell’infanzia, l’abbiamo visto accanto a noi spesso prepotente, aggressivo, meno bravo di noi a scuola, più rimproverato, più intrattabile, più volgare.
E’ difficile innamorarsi di un uomo quando: “Ti mette subito le mani addosso.” “ Cerca solo quella cosa.” Tradisce con facilità.
Tratto dal libro di E. Tribulato"L'educazione negata" Edizioni E.D.A.S.