Ambiente disponibile e sicuro

Ambiente disponibile e sicuro

 

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E’, infatti, difficile pensare a dei genitori che non abbiano la disponibilità al dono gratuito e generoso. Ma questa disponibilità non sempre è uguale.

Sono più facilmente disponibili al dono gratuito le persone più mature e psicologicamente serene. Quando si è affettivamente e psicologicamente piccoli o immaturi si tende più a chiedere che a dare. Allo stesso modo, quando si sta psicologicamente male, si ha fame di piaceri semplici e banali e si è più propensi a pretendere dagli altri che a offrire agli altri. Giacché, per qualche motivo, nella propria infanzia si è avuto poco o male.

La disponibilità al dono gratuito nasce anche da alcuni valori familiari trasmessi, mediante l’educazione, alle nuove generazioni. Si può avere un’educazione che mette in primo piano l’arrivismo sociale, il potere, l’efficienza, le capacità intellettive e culturali, l’aggressività nei confronti della vita per cui è fondamentale accumulare per sé onori, ricchezze e glorie, oppure, ed è ciò che si aspettano le nuove generazioni, è possibile attuare un’educazione che tenda a stimolare e far maturare nei futuri padri e nelle future madri, nei futuri cittadini, il piacere di aprirsi agli altri, la gioia dell’intesa, del rapporto e del dono.

 

 

 

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Ambiente sicuro e ambiente insicuro.

Una delle componenti principali indispensabili per il sereno sviluppo psicoaffettivo del bambino è il vissuto soggettivo della sicurezza.

Per capire cosa si prova quando egli perde in cuor suo il senso della sicurezza, basta ricordare lo sguardo angosciato che hanno i bambini in certe occasioni. L'immagine classica è quella di una esperienza che molti di noi, da genitori o da figli, hanno fatto almeno una volta nella loro vita. Papà e mamma vanno insieme al loro bambino ad una festa popolare. Vi sono le giostre che girano lentamente mentre la banda suona il solito allegro motivetto. Vi sono i palloncini colorati che guardano dall’alto la folla. Non manca l’odore dolce del torrone di mandorle che si diffonde e si mischia con quello più robusto e acre dei ceci tostati posti insieme alla sabbia fine nel gran padellone sopra il fuoco. Il bambino guarda estasiato i giocolieri che fanno volteggiare le palle colorate e si ferma, mentre i genitori, per un attimo distratti, continuano a camminare. Poi si volta pensando di trovarli accanto a lui ma non li vede più e si ritrova solo. Li cerca tra la folla, corre di qua e di là, mentre nel contempo l'ansia comincia a crescere nel suo cuoricino che batte sempre più forte e gli occhi si fanno sempre più tesi ed arrossati. Ad un tratto il bambino, scoraggiato, si ferma, lancia uno sguardo smarrito attorno a lui e, certo di averli perduti per sempre, scoppia in un pianto angosciato.

I motivi che danno al bambino un senso di sicurezza o di insicurezza sono tanti. Ne elenchiamo solo qualcuno.

Poiché il bambino, ma anche i piccoli degli altri animali, sono esseri abitudinari, essi avvertono tranquillità e fiducia solo quando attorno a loro gli avvenimenti si svolgono sempre nel medesimo modo. I cambiamenti, specie se repentini e non adeguatamente preparati, li mettono in ansia e li caricano di paure che, agli occhi degli adulti, appaiono strane ed eccessive, mentre in realtà sono solo la logica conseguenza di comportamenti ed atteggiamenti non adeguati.

Giacché fonte primaria della sicurezza per il bambino sono la propria madre ed il proprio padre, ma anche gli altri familiari, elemento importante di questa sicurezza è la costante presenza delle due figure genitoriali nella sua casa e nella sua vita. Specialmente quando il bambino è piccolo, una madre o un padre poco o saltuariamente presenti comportano per il suo animo insicurezza. Così come avverte insicurezza quando il suo ambiente familiare viene sconvolto da nuove presenze che si inseriscono nell’ambito familiare: nuove fidanzate e nuovi fidanzati di papà e mamma, nuovi fratellastri e sorellastre, nuovi nonni.

Contribuiscono alla sicurezza del bambino la coerenza e la linearità del comportamento degli adulti. Il bambino ha bisogno di sapere cosa può fare e cosa non può fare. Cosa è concesso e cosa è proibito. Cosa è giusto e cosa è sbagliato. Quando i genitori lanciano segnali contrastanti legati molto spesso soltanto allo stato di benessere o alle inquietudini presenti nel loro animo in quel momento, egli non sa come rapportarsi correttamente con loro e nell’ambiente di vita.

Sono motivi di sicurezza anche la gioia e la serenità che avverte nell'animo e negli occhi dei familiari attorno a lui nell'affrontare i problemi, gli ostacoli e le vicissitudini quotidiane.

Si sente sicuro, inoltre, quando i genitori usano tra di loro e con lui parole ferme, decise, ma con un tono sereno, affettuoso, ricco di ascolto e di dialogo.

Sensazione di allarme e quindi di insicurezza viene vissuta dal bambino quando, prima dei tre anni, è allontanato da casa, anche per poche ore e lasciato in ambienti a lui non consueti in compagnia di persone sconosciute.

Anche le gravi difficoltà economiche possono essere fonte di insicurezza sia perché il bambino avverte nell’ambiente attorno a lui l’ansia e la preoccupazione per questa difficile situazione, sia perché nel confronto con gli altri si sente sminuito e “diverso”.

 

 

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Notevole insicurezza prova a causa di disaccordi o disarmonia familiare.[1] Quando sono presenti dei contrasti persistenti tra i genitori egli avverte paura e il rischio della rottura del legame familiare e di perdita di uno o di entrambi i genitori.

Poiché il bambino ha bisogno di sentirsi accettato ed amato dai suoi familiari, fonte di sicurezza è il potere dire in ogni momento: ‹‹Io sono qualcosa di importante e buono per papà e mamma. Loro sono contenti e orgogliosi di me. Di quello che io sono, di quello che io faccio, di come mi comporto››. Il bambino, invece, avverte perdita della sicurezza quando le sgridate, i richiami ed i rimbrotti sono frequenti ed eccessivi. In questi casi è facile che sopraggiunga la paura di perdere la stima di sé, così come pensa di avere perduto la stima e l’amore dei suoi genitori o degli adulti in genere. Ciò potrebbe comportare la paura di essere abbandonati (angoscia abbandonica).  

Il senso della perdita della sicurezza può essere acuto o cronico. In entrambi i casi il bambino prova, insieme alla paura, dolore e sofferenza. Le conseguenze sono più gravi quando la perdita della sicurezza è cronica, piuttosto che quando l’evento traumatico si risolve in breve tempo.

 

 

 

[1] M. DE NEGRI e altri, Neuropsichiatria infantile, Genova, Fratelli Bozzi editori, 1970, p. 116-117.

 

 

 

 

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