Le strade degli amori ludici sono costellate di vittime lasciate ai bordi di esse come bambole o giocattoli rotti, abbandonati da bambini capricciosi che si sono stancati di giocare con loro. Per fortuna, mentre questi bambini continuano a correre dimentichi di quanto hanno abbandonato lungo la via, qualcuno, a volte, raccoglie amorevolmente i giocattoli da loro usati e poi trascurati, li ripara, li consola e li valorizza ridando loro così, nuova vita.
Le persone che preferiscono l’amore ludico, non hanno in mente, né ricercano un tipo ideale d’amare. Essi giocano con l’amore e in questo gioco collezionano mille avventure con mille persone diverse, senza approfondire nessun rapporto, senza nulla costruire, senza mai coinvolgersi, senza nulla vivere pienamente.
A volte vi è qualche cenno di passione, più imitato che profondamente sentito ma non vi è il tempo né la voglia di costruire una profonda intimità né un reale impegno.
Queste persone spesso fingono d’essere innamorate perché così vuole l’altro e perché così vuole la cultura imposta dai mass media. D’altra parte, fingere di provare un’intensa passione non è affatto difficile. Libri, giornali, cinema e TV descrivono ogni giorno e in ogni particolare quello che deve dire, fare, manifestare chi vive quest’emozione. Ed allora molti, sia uomini che donne, scimmiottano l’attore o l’attrice preferita in una pantomima stereotipata di comportamenti amorosi ed atteggiamenti seducenti.
Usano per sedurre e per far capire d’amare gli abiti più seducenti, i profumi e i trucchi più ammalianti. E, per raggiungere il loro obiettivo, non lesinano in mezzi: circuiscono l’altro con grandi mazzi di rose rosse, inviti al bar o al ristorante, regali e frasi appassionate, di sicuro e collaudato effetto.
Anche Luisa, sposata con due figli, di ottima cultura, di gradevole aspetto e di piacevole conversazione, aveva scoperto l’amore come gioco. Sapendo esattamente quello che gli uomini amavano sentirsi dire, lanciava i suoi strali amorosi ad ogni uomo “interessante” che le capitava d’incontrare, non importa se libero, fidanzato o sposato. Amava sentirsi investita ed in parte, ma solo in piccola parte, coinvolta dall’innamoramento delle sue vittime. Vibrava di piacere solo quando avvertiva di essere, per qualche mese, al centro dei loro cuori e dei loro desideri infocati. Quando dopo breve tempo, per poter percorrere altre avventure amorose, pensava di lasciarli, lo faceva dolcemente e gradualmente, in modo tale da farsi desiderare con sempre maggiore intensità senza per altro farsi mai odiare. In questo modo riusciva ad essere come un ragno al centro d’una tela dove, uno ad uno, cadevano e venivano intrappolati un gran numero di uomini. Alcuni ancora con il cuore ed i corpo vibranti, altri anestetizzati ma ancora vivi, mentre altri pendevano dai fili della tela, morti da molto tempo e già svuotati.
Essendo Luisa, in realtà, una donna fondamentalmente frigida, soltanto collezionando e vivendo il desiderio degli altri riusciva a soddisfare le sue voglie.
Non capiva però perché le donne, anche quelle che non sapevano nulla dei suoi giochi, la odiassero tanto, manifestando apertamente rifiuto ed ostilità. Non capiva che il sesto senso femminile aveva individuato in lei un pericolo reale e se ne difendeva e la puniva emarginandola e rifiutando la sua amicizia.
Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Uomini e donne al bivio- Quali strade per l'amore?"
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