Ogni amore nel quale manchi una o più caratteristiche fondamentali è un amore monco, è un amore limitato o, addirittura, è un non amore, è un falso amore.
Sono non amori quelli nei quali vi è la sola presenza della passione o dell’impegno o dell’intimità.
Sono amori monchi quelli nei quali sono presenti solo due delle tre componenti dell’amore.
Sono amori non equilibrati quegli amori nei quali le tre componenti non sono vissute con la stessa intensità.
A volte i limiti sono presenti fin dall’inizio del rapporto, altre volte nascono successivamente. Per fortuna può avvenire il contrario: alcuni amori monchi, limitati o non equilibrati, con il tempo e con la buona volontà dei due partner si completano, si arricchiscono, si equilibrano.
Purtroppo la nostra società tende sempre di più a produrre “amori non equilibrati” “amori monchi” o “non amori”.
I motivi sono diversi.
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1. Intanto il mondo economico per un calcolo, non solo molto meschino ma soprattutto molto miope, teme i legami profondi, duraturi e stabili, che potrebbero limitare i bisogni di persone libere dai condizionamenti familiari e di coppia. Per tale motivo il mondo economico e delle imprese alletta, con notevoli privilegi di potere, denaro, fama e carriera uomini e donne che rinunciano ai legami familiari ma anche ai legami di coppia duraturi, ricchi e coinvolgenti.
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2. A questo si aggiunge la notevole influenza dovuta all’espandersi, in tutti gli strati della società, del falso concetto di libertà. Pertanto ogni persona è incoraggiata a scegliere, come si fa tra i banchi del supermercato, il tipo d’amore che preferisce, senza che venga data alcuna indicazione sulla qualità di questi sentimenti. Non importa allora se questo amore arricchisce o impoverisce le singole persone o le coppie. Non importa se questo amore fa crescere le persone o le lascia immature ed infantili. Non importa se procura un danno fisico, morale o psicologico. Come non ha alcuna importanza se questo tipo d’amore è utile alla società oppure no; se è un amore capace di offrire alla società famiglie sane o famiglie ammalate, persone equilibrate e serene o disturbate. Tutto va bene e “tutto fa brodo”. Non v’è dubbio che questa è una posizione molto miope in quanto i danni consequenziali a questo tipo d’atteggiamento dovranno necessariamente essere gestiti dalla stessa società che in un primo momento si era disinteressata del problema. E’ la comunità nel suo insieme che, volente o nolente, sarà costretta a gestire i danni causati da scelte errate. Danni alle coppie, ai singoli, alle istituzioni, danni alle amministrazioni e ai servizi, ma anche danni nei riguardi della stessa gestione politica.
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3. Si è inoltre diffuso, in tutti gli strati sociali, il cosiddetto relativismo etico e culturale. Per il relativismo etico, ogni persona od ogni gruppo sociale decide da sé ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è utile e ciò che è inutile o dannoso. Con l’affermarsi del relativismo etico non vi è una verità o “la verità”, ma tante verità quante sono le persone. Con il relativismo culturale, nella nostra società, al concetto di verità fondato su scienza e conoscenza, si è da tempo sostituito il concetto di opinione. E pertanto tutte le norme, i valori e le regole sono sullo stesso piano di plausibilità. Mancando chiari e sicuri punti di riferimento tutte le scelte possono essere buone e utili, se la persona decide che per lei sono buone e utili in quel momento.
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4. L’ultimo motivo è consequenziale agli altri. Se le famiglie producono persone disturbate, immature, scarsamente motivate, apatiche, incapaci d’un impegno serio e responsabile, se le famiglie non sono in grado di comunicare alcuni valori fondamentali per l’umanità, la scelta del tipo d’amore da vivere sarà consequenziale alle proprie scarse capacità ma anche ai disvalori introiettati.