Caratteristiche maschili e femminili

Caratteristiche maschili e femminili

 




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Premesse

1.    Quando parliamo di caratteristiche maschili o femminili non parliamo di individui di razze diverse. Gli elementi che accomunano uomini e donne sono molto più numerosi ed essenziali delle caratteristiche specifiche.

2.    Le caratteristiche individuali dovute a fattori genetici o ambientali sono molto numerose e variegate, per cui ogni persona è in definitiva una realtà unica ed irripetibile.

3.    I tratti peculiari della femminilità e della mascolinità che di seguito noi tracciamo riguardano individui in cui il patrimonio genetico, lo sviluppo corporeo e psichico, le caratteristiche ormonali e l’impegno educativo familiare e sociale in favore della differenziazione è  stato pieno e ricco.


Dopo queste indispensabili premesse passiamo ad analizzare i tratti caratteristici e peculiari dei due sessi.

 

Caratteristiche femminili

Cura della persona.

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La donna conosce molto bene ogni particolare del proprio corpo, che cura nella pulizia e nel suo aspetto estetico con pazienza, attenzione e anche, a volte, con notevoli sacrifici. Si lava più dell’uomo, abbellisce più del maschio il proprio corpo con vestiti e acconciature, è attenta a qualunque elemento che potrebbe danneggiarlo o creare degli inestetismi. Le donne frequentano gli istituti di bellezza, le palestre, i chirurghi plastici e gli ambulatori medici sicuramente più degli uomini.

I motivi di quest’attenta cura della donna verso se stessa sono diversi. Uno dei più importanti è quello di riconoscere al proprio corpo una funzione seduttiva nei confronti dell’uomo e quindi la possibilità di attrarre, conquistare e tenere per sé il maschio più intelligente, capace, forte e vigoroso mediante la propria bellezza, il proprio fascino e le capacità di cure verso se stessa.  Nel frattempo il proprio corpo ben curato le serve per inoltrare segnali di raffronto alle altre donne. Come dire: “Io non sono meno di voi, sono bella come e più di voi, so curare me stessa.” In modo tale da vincere nel raffronto o almeno sentirsi degna d’attenzione e d’ammirazione. Vi è, inoltre, lo scopo di proteggere, mediante un’attenta pulizia del corpo, la propria salute. In questo modo sia all’uomo sia all’ambiente sociale è dato un segnale positivo circa le proprie capacità di cura, pulizia e ordine nei confronti della futura prole, dei familiari e della casa.

La donna ha, infatti, nei confronti del corpo dei figli e del coniuge la stessa cura che ha verso se stessa: li vuole sempre ben lavati, puliti, sani, vigorosi. Le madri sono molto più attente dei padri al benessere fisico e psichico dei figli. Un’attenzione che però può tradursi in un atteggiamento ansioso ed iperprotettivo quando non è compensato dall’atteggiamento più spartano dei loro uomini.

Dialogo e comunicazione nella donna.

 

 

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Il linguaggio è fondamentale nell’educazione di un bambino, in quanto il cucciolo d’uomo si distingue dagli altri animali per il ricco e sofistico linguaggio, per la grande intelligenza e per il poderoso bagaglio culturale. L’uomo, infatti, è un essere che ha poche e scarse difese nelle sue mani e nel suo corpo. Non ha unghie, non ha corna appuntite, non ha denti affilati, non ha la forza, la destrezza, la velocità, la stazza di molti altri animali, ha però l’intelligenza e la cultura che sono la sua forza, con la quale crea le sue unghie, i suoi artigli, la sua potenza.  Ha l’intelligenza e le conoscenze per creare delle armi, per attaccare se necessario nel modo più opportuno o per fuggire, nascondersi o difendersi. E’ l’intelligenza che gli permette di utilizzare gli altri animali e gli oggetti a suo beneficio. Con le sue notevoli capacità mentali e culturali può costruire case sicure per se e per la propria famiglia, può modificare l’ambiente circostante a suo favore e a favore della comunità in cui vive. Inoltre, poichè l’essere umano è così complesso, ha bisogno di gestire una società familiare e ambientale (clan, villaggio, città, nazione), con bisogni più numerosi di quelli di qualunque gruppo d’animali.

Anche molti di questi, infatti, gestiscono funzioni sociali. Gli scimpanzè ad esempio, hanno un maschio dominante che provvede alle femmine, ai maschi sussidiari, all’allarme, alla difesa, alla caccia ed alla ricerca del cibo nel suo territorio. Questo territorio però appare poco ampio e molto ben delimitato, se confrontato con quello umano che si è allargato, rapidamente e progressivamente, fino a comprendere, nell’era della globalizzazione, l’intero pianeta. Ha quindi, l’essere umano, il compito ed il ruolo da cui non può esimersi di dialogare e relazionare con gli altri uomini, di creare alleanze e accordi, di guerreggiare o fare la pace con milioni di altri simili, spesso lontanissimi dalla sua casa e dalla sua città.

Con questi deve riuscire a trovare degli accordi e delle intese o saper fare accettare le sue leggi, le sue regole, i suoi valori, la sua lingua e religione.

Ciò che si chiede, quindi, ad un essere umano è qualcosa di analogo ma infinitamente maggiore e più complesso di quanto si richiede agli altri animali.

L’intelligenza e la cultura hanno, però, dei bisogni imprescindibili per il loro sviluppo. Hanno necessità che qualcuno, per molti anni, le stimoli, le coltivi, le riempia di contenuti e di valori. E’ necessario che un altro essere umano armonizzi queste funzioni con il resto della personalità e con le altre potenzialità: la sessualità, la motilità, l’affettività, la volontà ecc..

Inoltre, è fondamentale che i centri che presiedono alle varie attività linguistiche e cognitive siano stimolati e attivati soprattutto nei primi anni di vita, giacché è soprattutto in questo periodo che i piccoli dell’uomo sono più ricettivi agli stimoli educativi. Chi potrebbe essere adatto a questo compito, se non i propri genitori e in particolare modo la propria madre, in quanto più vicina, più presente, più capace? Sì, più capace, giacché la selezione naturale ha permesso alla donna di sviluppare delle caratteristiche cerebrali particolari nel campo della comunicazione.

Le donne usano infatti, nelle attività linguistiche, entrambi gli emisferi cerebrali, mentre l’uomo usa soprattutto l’emisfero dominante. Attivano, rispetto all’uomo, più neuroni della corteccia che sovrintende al linguaggio, più collegamenti tra le aree linguistiche e quelle emotive dei due emisferi. Ecco perché le bambine e poi le donne hanno un linguaggio più sviluppato, più ricco di sfumature e duttile rispetto a quello dei loro coetanei. Ogni particolare anche insignificante di una persona, ogni suo indumento, colore o forma acquista evidenza e valore agli occhi femminili e quindi è occasione di confronto, di verifica con altre realtà similari. Le donne riescono ad esprimere con le parole le più piccole manifestazioni sentimentali ed ogni stato d’animo. La loro fisionomia, lo sguardo e la voce seguono le parole. Attraverso il linguaggio liberano il loro animo dalle ansie, dalle paure, confrontano le esperienze personali con quelle delle altre donne. Si consolano e riescono a consolare.

Nelle amicizie fin dall’infanzia tendono a formare dei legami ricchi di valenze affettive, si scambiano confidenze, sentimenti profondi, bisogni. Da adulte considerano la conversazione un punto centrale del rapporto d’amicizia e di coppia.

 

Mediante il linguaggio contestano le altre donne, ma anche il marito e gli uomini, attaccano e si difendono. Le donne più degli uomini parlano delle proprie esperienze intime: “Gravidanze, parti, malattie dei bambini, malattie personali, faccende domestiche, diventano gli avvenimenti essenziali della storia umana.”  

Le donne specie quando parlano tra loro inseriscono argomenti imprevedibili; i particolari e le impressioni hanno lo steso peso delle idee per cui queste annegano nel contesto  

Quando ascoltano tendono più degli uomini a rassicurare il loro interlocutore con frasi del tipo “ Non è il caso di prendersela ”; “Non ne vale la pena”; “ Hai ragione .” Mentre l’uomo è più portato a dare al suo interlocutore un’attenzione silenziosa. Nel confronto preferiscono dare dei suggerimenti in forma indiretta, mentre gli uomini affermano più chiaramente il loro punto di vista.

 

Per tale motivo le donne che si aspettano espressioni d’incoraggiamento, interpretano il silenzio degli uomini come una mancanza d’attenzione.

Da tutto ciò, da questa ricchezza nel percepire, ricordare ed esporre idee, pensieri, realtà si può dedurre il compito essenziale che la selezione naturale ha affidato alla donna - madre per lo sviluppo del linguaggio e delle capacità cognitive dei cuccioli umani.

Vita affettiva e relazionale nella donna.

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Le capacità affettive relazionali della donna sono notevoli. Sahuc, nel suo ottimo saggio così descrive questa ricchezza affettiva: “Non appena è circondata da tenerezza, prova un senso di benessere. I suoi atteggiamenti si fanno più arrendevoli, le sue parole più dolci, il suo sorriso più caldo, il suo sguardo più carezzevole. Tutta un’intensa vitalità scorre tra lei e coloro che le danno la possibilità d’amare e d’essere amata.” 

Già la bambina cerca di attirare l’attenzione degli adulti per essere notata, amata e vezzeggiata.

 

 

Ama e gode nel leggere libri e riviste, nell’ascoltare storie e nell’assistere a spettacoli, in cui le situazioni sentimentali sono diffuse a piene mani, in cui si intrecciano amori e passioni che stimolano e coinvolgono il suo animo, i suoi sentimenti, che le provocano lagrime, che la fanno fremere.

L’affettività pervade la sua vita, i suoi pensieri, le sue opinioni.

Nelle avversità l’uomo sente maggiormente il bisogno di essere compreso piuttosto che consolato,  la donna ha bisogno di essere compresa e consolata.

Nei ragionamenti l’intelligenza va di pari passo con i sentimenti, per cui la donna si persuade solo quando le idee vanno a braccetto con le sue emozioni, per cui “l’uomo si lascia convincere, la donna persuadere” .

Nei comportamenti mentre l’uomo distingue nettamente e con serenità i suoi atti, dalla sua persona, per cui riesce abbastanza facilmente a stigmatizzare i suoi comportamenti discutibili, la donna tende a collegare i comportamenti al valore del “sé” e quindi ha difficoltà ad ammettere le sue malefatte se queste possono dare un’immagine negativa della sua persona.  

Questa intensa e coinvolgente vita affettiva può essere compresa solo se riusciamo a scoprirne le finalità educativa.

 

 

Un bambino piccolo ha, infatti, bisogno soprattutto di essere compreso e gratificato nei suoi bisogni affettivi, che sono elemento essenziale per la crescita fisica e psicologica. Necessita, quindi, di qualcuno che coinvolgendosi affettivamente, comunichi e stia con lui in modo tenero e amorevole in molti momenti della giornata. Qualcuno che aiuti il suo sviluppo affettivo mediante un’infinita comprensione e tenerezza. Qualcuno che segua costantemente i suoi sforzi di crescita, che sia consolatorio nelle difficoltà, che asciughi le lagrime con mille baci quando è piegato dalle tante frustrazioni della vita. Tenerezze e comprensione indispensabili anche all’uomo, il quale vivendo in una realtà sociale esterna alla famiglia, fatta di rapporti asettici se non di lotta, di rischio, di aggressività e di violenza, sente il bisogno di un porto sicuro, di braccia tenere e accoglienti che controbilancino la povertà affettiva e gli stress della vita sociale e lavorativa.

“Per quanto riguarda le sue scelte amorose la donna desidera un uomo virile. Desidera prendere intimo contatto con una forza maschile. La donna ammira nell’uomo la forza interiore controllata, non quella bruta, si sente sicura verso un uomo che domina le sue energie ma con dolce fermezza. L’aspetto esteriore dell’uomo è secondario.” 

 

 

Da lui vuole “sentirsi desiderata coccolata, protetta e amata.”  

Quindi la donna sceglie il suo uomo in base non soltanto a dei canoni estetici ma anche a canoni che includono la prestanza, la forza, il grado di sicurezza, di responsabilità, di affidabilità, affinché durante la gravidanza, il puerperio, l’allattamento egli possa pensare a lei e al suo piccolo.

“Nella donna la fine dell’innamoramento non è un dis-innamoramento. E’ un anti-innamoramento. E’ come se invertisse i poli della relazione amorosa.” 

Le donne hanno più capacità nel cooperare e socializzare in piccoli gruppi, mentre l’uomo sa meglio affrontare i gruppi più numerosi. Ciò probabilmente è causato dal fatto che le donne tendevano a concentrare la loro attenzione più sulla propria famiglia, sui problemi e le necessità interiori dei singoli figli, mentre l’uomo aveva la necessità di partecipare attivamente a gruppi più numerosi, sia per gestire la difesa, che per la ricerca del cibo, la vita politica, la programmazione e la gestione di grandi opere pubbliche.


Sessualità femminile.

 

 

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La sessualità nelle donne educate in modo tradizionale, ha delle caratteristiche ben precise che si distinguono nettamente da quelle maschili. La donna scopre i propri genitali più tardi dell’uomo, per cui la masturbazione è meno frequente nella bambina. Si eccita più dagli elementi sentimentali di una storia che non dalle immagini.

L’atto sessuale non è una semplice occasione di sensazioni, ma l’espressione intensa di un’attività sentimentale profonda. Mentre in alcune donne sono possibili più orgasmi in un unico rapporto, in altre non sempre è presente l’orgasmo. Ciò però non sembra limitare molto il loro piacere, in quanto la sessualità diffusa che le pervade, le gratifica e le soddisfa pienamente. Le fasi dell’atto sessuale sono negli uomini molto simili, nella donna assumono delle caratteristiche individuali.

La sessualità femminile è più responsabile rispetto a quella maschile. Le donne sono meno impetuose e più attente dell’uomo nell’uso della sessualità. Da questo la tendenza a riflettere in ogni comportamento di natura sessuale per capire se è opportuno o no, se è per lei un bene o un male, se è giusto o ingiusto.

Inoltre i bisogni sessuali, meno intensi e coinvolgenti di quelli maschili, sono collegano con il suo ciclo, per cui sono più pressanti nella fase pre-ovulatoria (prima parte del ciclo) e meno evidenti nella fase post-ovulatoria (seconda parte del ciclo).

Le motivazioni e le finalità che sottostanno a questo tipo di comportamento sessuale sono indissolubilmente legate alla sua fisiologia.  E’ la donna che rimane incinta e non l’uomo. Questa banale constatazione della fisiologia umana ha come inevitabile corollario un’istintiva e naturale maggior prudenza nell’uso della sessualità. Aspettare un bambino significa, infatti, l’assunzione di notevoli responsabilità sia nel portare avanti la gravidanza che nell’assumersi per molti anni dei compiti educativi e di cura. Vi era, inoltre, soprattutto nel passato, una dipendenza quasi totale ed un bisogno d’aiuto e di protezione da parte di un uomo che doveva assumersi, responsabilmente, l’impegno di curare sia lei che il figlio. Bisognava, che accanto a lei, vi fosse un uomo che desse garanzia di serietà, disponibilità, capacità d’impegno e d’aiuto, prima di lasciarsi andare a comportamenti sessuali che avrebbero avuto delle conseguenze notevoli su tutta la sua vita.  Contemporaneamente era importante garantire, mediante dei segnali di correttezza e serietà, al futuro padre e marito, che quel figlio e gli altri che sarebbero venuti dopo, a cui lui avrebbe dovuto offrire il proprio aiuto e la propria protezione, sarebbero stati portatori dei suoi geni, quindi suoi figli.

La maggiore prudenza femminile veniva, però, ampiamente compensata dall’impetuosità dei bisogni sessuali maschili, quindi da una parte veniva ad esser garantita la procreazione e, dall’altra, la stabilità familiare e di coppia.

Sensibilità ed espressione dei sentimenti nella donna.

 

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La donna tende a reagire con la commozione a molteplici eventi: disagio, rimprovero, ansia, paura ecc.. Ha maggiore sensibilità, per cui “il grado di stimolo è nettamente inferiore a quello che necessita alla sensibilità maschile”.   Ciò si evidenzia nella grande capacità di cogliere sfumature anche molto piccole nei comportamenti, nei colori, negli odori, nei sentimenti.

Per tali motivi la donna è più facilmente impressionabile, più reattiva ad ogni modificazione ambientale e ad ogni movimento dell’anima. I suoi comportamenti sono più dell’uomo dettati dai sentimenti e dalle emozioni. Le sue reazioni, che riesce meno a dominare, risultano più immediate e istintive.

Questa maggiore sensibilità le è però preziosa per capire e riconoscere i bisogni degli altri: in primo luogo dei figli e del proprio uomo, ma anche dei familiari e delle persone a cui presta le sue cure; infatti, anche se il proprio bambino ancora non parla, e non può comunicare, se non con mezzi primordiali come il pianto, i lamenti o i gesti istintivi, ogni piccolo cambiamento nel suo status psichico e fisico, è immediatamente notato e fa risuonare nell’ animo della madre un campanello d’allarme.

Tale stimolo è sufficiente ad attivarla prontamente, sia nel ricercarne la causa: malattia, disagio psicologico, difficoltà relazionale, sia nel trovare il rimedio più opportuno. Il poter esprimere liberamente i propri sentimenti, aiuta la crescita del suo bambino, in quanto lo sviluppo armonico d’ogni animale superiore e in particolare modo dell’essere umano, avviene attraverso il calore, l’amore, le coccole, l’affetto manifestato chiaramente ed espresso in mille atteggiamenti.

Quando ciò non avviene, per disturbi psicologici della donna, per stress dovuto agli impegni eccessivi, per scarsa educazione delle sue qualità femminili o per incapacità congenite, le conseguenze per i figli e per la famiglia sono notevoli: il non essere compresi, anche se solo parzialmente, porta a risposte non confacenti ai bisogni e quindi si ha un accentuarsi della frustrazione e del disagio con conseguenze rilevanti sia sul piano fisico che affettivo.

 I figli delle donne fredde, o con scarsa sensibilità all’accudimento e alle relazioni, o molto stressate e indaffarate, crescono spesso male anche fisicamente; ma soprattutto è il loro sviluppo psichico e affettivo che ne soffre. Lo sviluppo di un minore si attiva e completa in modo fisiologico soltanto se, per molti anni, una madre sensibile e affettuosa è riuscita a rapportarsi con questi mediante un atteggiamento ricco di calore e tenerezza. Inoltre, il modo vivido della donna di esprimere i propri sentimenti ed emozioni, controbilancia in maniera efficace la maggiore razionalità e la minore sensibilità ed espressività affettiva del maschio.

La maggiore sensibilità femminile ha però, come rovescio della medaglia, una maggiore instabilità, impressionabilità e fragilità psichica. La donna tende a farsi coinvolgere dai sentimenti e dalle emozioni in modo più evidente. E’ più facile all’ansia, alla depressione, all’insonnia e alle meteoropatie, per cui non sempre i suoi comportamenti seguono una linea di perfetta razionalità. L’impressionabilità ed il sentimento sono capaci, se intensi, di portarla a comportamenti incongrui e contraddittori.   A volte, se non adeguatamente supportata dall’uomo ha difficoltà ad evitare gravi errori educativi. Facendosi, infatti, coinvolgere dalla sofferenza vera o presunta dei figli, non sa dire dei “no” fermi e decisi, non riesce a mantenere a lungo una linearità d’azione, perciò la guida risulta instabile, debole, spesso permissiva.

Anche le amicizie risentono della sua emotività. Il farsi coinvolgere da ogni atteggiamento o parola dell’altro le rende a volte depresse, in quanto i vissuti si colorano con forti tinte sentimentali. Pertanto tendono a manifestare in questi rapporti: gelosie, invidie, critiche, cattiverie. Altre volte le amicizie sono vissute, specie nell’adolescenza, con grande trasporto affettivo, con grande donazione personale e con un eccesso di sacrifici.

Quando la donna soffre di antipatia per una persona tutto le diventa insopportabile, se ama qualcuno ogni cosa le appare bella. 

La variabilità emotiva è un’altra caratteristica di questo sesso. L’umore delle donne e quindi il modo più o meno positivo di vedere e affrontare la realtà, la loro apertura agli altri, la disponibilità affettiva, sessuale, sentimentale, varia notevolmente con il variare della situazione ormonale. Mentre gli aspetti più felici, l’umore più ottimistico, la disponibilità più grande si hanno all’inizio e nella prima parte del ciclo mestruale, gli stati di maggiore tensione, depressione, irritabilità, scontrosità, aggressività, sono appannaggio della seconda parte del ciclo soprattutto verso la fine di questo.

Ciò comporta per la donna un modo altalenante di vivere sia la sua realtà interiore sia il rapporto con gli altri. Ciò non è presente nell’uomo, che vive il rapporto con se stesso e con gli altri in modo più uniforme e lineare e che quindi ha difficoltà, spesso, ad affrontare ed incontrarsi con le variazioni emotive della sua compagna. Se anche l’uomo vive gli avvenimenti con la stesse emozioni, le reazioni femminili tendono ad accentuarsi ed a diventare disordinate e violente. In altri casi però possono al contrario essere represse, diventando la donna più fredda e dura, per controbilanciare l’emotività maschile e la sua mancanza di sicurezza. In definitiva, quando una donna “non può appoggiarsi su una base calma, solida, rassicurante” ,  data da un uomo entra in crisi la normale espressività femminile. La donna pertanto si inquieta e finisce per disprezzare l’uomo, che non le permette di vivere serenamente la sua natura. 

Per quanto riguarda l’aggressività questa sicuramente non manca nell’animo femminile. E’ difficile quantificarla in rapporto a quella maschile, soprattutto perché ha delle modalità espressive diverse.

Mentre quella maschile si manifesta, spesso in modo evidente, con comportamenti che possono arrivare fino all’aggressione fisica, quella femminile è espressa in modo più diplomatico e sottile. Pertanto può essere notata soltanto ad un esame accurato delle parole e dei comportamenti che possono rivelarsi di volta in volta scudo o corazza, oppure coltelli, lance e pugni. Ciò probabilmente è scaturito dalla maggiore fragilità fisica della donna e quindi dalla necessità di contrapporre ai muscoli, all’agilità, e alla prontezza dell’uomo, l’arma del linguaggio e dei sentimenti.

Capacità di cure nella donna.

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Nella donna si sviluppano maggiori capacità di cure rispetto all’uomo. Ella è particolarmente sensibile ai bisogni e alle sofferenze.

Questa grande capacità la donna manifesta non solo nell’allevare i figli e nel seguirli nella prima fase educativa, ma anche nei confronti di altri esseri umani bisognosi di attenzioni particolari e accudimento, come gli anziani, gli handicappati o i piccoli degli animali. “Mentre si occupa di un bambino di un malato, di un vecchio: ha il gesto, la parola, il sorriso adatti al momento giusto per calmare, consigliare, incoraggiare." 

Le cure materne non si rivolgono solo al corpo e ai suoi bisogni, ma si aprono, si collegano all’animo del bambino, alle sue necessità psicologiche più intime, mediante le capacità di ascolto e di comunicazione empatica con il figlio. Per cui come dice Sahuc, la madre riesce a seguire il piccolo “dall’interno.” Le sue energie vanno al cuore stesso della vitalità del bambino.

Le attenzioni e le cure sono rivolte anche al proprio uomo, ai suoi bisogni fisici e psicologici, verso i quali le donne diventano particolarmente   sensibili e attente, in quanto sanno benissimo che il benessere dell’uomo ha, come risvolto, il benessere della famiglia, non solo perché l’uomo può essere l’unico e il più sicuro mezzo di sostentamento economico, ma anche perché il suo status positivo psicologico si riversa sui figli e sulla famiglia sotto forma di sicurezza, calore, appoggio. Un uomo che sta male, un uomo umiliato, emarginato dalla sua famiglia, comporta, ancora oggi, una grave crisi per tutti i suoi componenti, in quanto viene a mancare una guida efficace e sicura ed uno dei più importanti e solidi sostegni morali.

Attività fisica e motoria nella donna.

 

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La donna ha una buona capacità di resistenza fisica, se la fatica non è eccessiva. Raramente si mette a riposo in modo assoluto, preferisce sfaccendare sempre. Si trova, infatti, a suo agio nell’utilizzare per lungo tempo ma a piccole dosi le sue energie fisiche.

Preferisce agli esercizi fisici intensi, quelli poco faticosi. Ama le attività fisiche che richiedono delicatezza, grazia, elasticità, armonia. Le donne sperimentalmente sono più brave nella motilità fine delle dita: infilare, sfilare, cucire, tessere. Anche queste qualità si sono con tutta probabilità selezionate nell’essere femminile a causa delle sue millenarie attività che includevano soprattutto questo tipo di lavori: cucire, rammendare, tessere, modellare ecc..

La donna attua dei giochi meno rumorosi, aggressivi e di movimento dell’uomo.

Il motivo di ciò può esser messo in relazione al fatto che il rapporto con un bambino piccolo deve necessariamente realizzarsi mediante la dolcezza, le coccole, l’ascolto sereno, il dialogo attento. Non servono molto la forza, la destrezza, la rapidità; né servono brusche manipolazioni.

Essere poco turbolenti serviva a stabilire con gli altri del gruppo parentale, familiare e del clan, dei rapporti di serena collaborazione ed a far trovare al proprio uomo, nella casa, tra le sue braccia, dopo le lotte, le battaglie, i pericoli e le fatiche della vita extrafamiliare, il calore e la serenità indispensabili per ritemprare il corpo e lo spirito.

 

Capacità d’adattamento e volontà nella donna

Se si osservano le bambine, si scoprono le capacità femminili di piegare la volontà altrui mediante moine, abbracci e parole dolci e affettuose. Se le femminucce sono contrariate recitano la commedia dell’offesa, della sofferenza, della collera, fino ad ottenere quanto voluto.   Il maschietto invece utilizza lucidi ragionamenti per ottenere quanto richiesto

La donna aggiunge alle moine, alle parole dolci e affettuose, la sua bellezza e grazia per raggiungere gli obiettivi. L’intuito le permette di capire gli elementi basilari della persona che deve convincere, in modo tale da poter utilizzare le parole ed i mezzi più opportuni allo scopo.

Altra caratteristica femminile è una visione più immediata e pratica di quanto voluto, al contrario dell’uomo che tende a fare dei piani a più lungo termine. Anche in questo caso l’integrazione uomo - donna permette alla coppia ben affiatata di raggiungere notevoli risultati, giacché, in alcune decisioni, è meglio riuscire a vedere lontano, mentre in altre è più conveniente cogliere l’immediata opportunità.

La donna ha un più facile e immediato adattamento ai vari ambienti, situazioni e un più rapido adeguamento ai comportamenti più frequenti nel gruppo sociale di appartenenza.

La tendenza a seguire i comportamenti più frequenti e quindi “ le mode del momento” nell’educazione, nell’abbigliamento, nella casa, come nell’uso degli oggetti, è certamente una caratteristiche umana maschile  e femminile. E’ più evidente però nella donna rispetto all’uomo, tanto che la donna tende a rifarsi alle abitudini, ai costumi e agli usi del momento per dare un giudizio di eticità, utilità e moralità alla sua condotta e a quella degli altri.

Probabilmente ciò è dovuto al bisogno della donna di adeguarsi rapidamente alla realtà soggettiva sia dei singoli figli, che del marito e degli altri componenti della famiglia e del gruppo; ma anche alle variabilità dell’ambiente fisico in cui si trovava ad operare. Seguire la moda significava, infatti, avere maggiore flessibilità e quindi maggiore possibilità di adattarsi alle mutate condizioni sociali ed ambientali. D’altra parte però, vi è il rischio, molte volte nella storia realizzatosi, che i cambiamenti portino a conseguenze negative, se non disastrose, per il singolo, per il gruppo o per intere comunità. La maggiore resistenza opposta dall’uomo al cambiamento, unita ad una più vigile attenzione alle esperienze del passato, e ad un’ampia visione del futuro, controbilancia l’eccessiva adattabilità e volubilità femminile. 

Nelle sue decisioni il ventaglio di scelte è molto ampio, molto più ampio e articolato di quello maschile. Per tale motivo mentre per l’uomo esiste un “sì”, un “no”,  e un “forse”, la donna mette in campo mille altre opzioni e sfumature che se da una parte rendono più ricche le sue possibilità di scelta, dall’altra a volte rallentano di molto le sue decisioni e rendono instabile ed insicura la sua linea di condotta.

CARATTERISTICHE MASCHILI

 

 

 

 

Anche le caratteristiche maschili, come quelle femminili, nascono da due realtà, una genetica, frutto della selezione naturale che si è attivata incessantemente durante milioni di anni, l’altra educativa o ambientale che, a seconda dei gruppi, delle società e dei periodi storici, ha più o meno sviluppato, stimolato e dato corpo al supporto genetico. Durante le epoche storiche, e ancora oggi in molte società, gli scopi dell’educazione maschile mirano alla formazione di un uomo che:

1.    possa provvedere alle necessità vitali per sé, per la propria famiglia, per la città, per la nazione;

2.    sia capace di sviluppare nella prole quelle potenzialità che  permettano una migliore integrazione nel tessuto sociale e ambientale come la linearità, la forza interiore, la sicurezza, la capacità di prendere rapidamente decisioni, il rispetto delle regole e delle norme,

3.    sappia gestire i rapporti sociali, economici, politici, all’esterno della famiglia, con gli altri gruppi sociali, con le altre città e nazioni, creando patti, alleanze, commerci, aiuto reciproco;

4.    provveda alla difesa del proprio territorio;

5.    conosca e sappia modificare l’ambiente di vita, in modo tale da adattarlo alle coltivazioni, agli scambi, ai rapporti o alla difesa.

6.    sappia creare e sviluppare sempre nuovi e più perfezionati strumenti per ottenere gli scopi suddetti. Strumenti per lavorare, per commerciare, per la difesa, per i trasporti. Strumenti per trasmettere ai posteri cultura e conoscenze. Strumenti per comunicare sempre più velocemente, sempre più lontano ed efficacemente il proprio pensiero;

7.    sviluppi tutte le caratteristiche che lo rendano complementare all’altro sesso, in modo tale da armonizzarsi con esso e quindi controbilanciare le proprie caratteristiche intellettive, emotive, affettive, motorie con quelle femminili.


Da tutto ciò nascono quelle che noi chiamiamo caratteristiche maschili, che brevemente descriviamo.

 

Linguaggio e comunicazione nell'uomo.

Sperimentalmente si è visto che gli uomini nel linguaggio attivano solo una piccola zona dell’emisfero sinistro e quindi rispetto alla donna presentano modalità espressive più semplici, immediate e lineari. Il linguaggio maschile è fatto, infatti, di frasi più brevi, più concise, sintetiche  e precise. Gli uomini seguono il pensiero in modo lineare, difficilmente si soffermano e lo arricchiscono di particolari ritenuti superflui.

Anche nell’ascolto l’uomo tende ad andare al cuore del problema eliminando ogni elemento secondario. Poiché si coinvolge meno e usa meno frasi consolatorie di partecipazione affettiva, l’ascolto appare alla donna più freddo, più scostante, anche se poi riconosce l’efficacia dell’aiuto dato. Il tono della voce è più alto e le idee sono espresse mediante una ricca gesticolazione.

L’uomo non comprende e difficilmente accetta l’inflazione delle parole della donna, il suo periodare troppo ricco di particolari; le sue mille osservazioni lo confondono e inquietano. Questi particolari, agli occhi dell’uomo che tende rapidamente alla sintesi, dopo però una scrupolosa e attenta analisi, appaiono spesso inutili fronzoli. Per cui, messo di fronte a tante parole e immagini è come se naufragasse.

I motivi di questa scelta operata durante i millenni di selezione naturale sono abbastanza evidenti.

Non sono, infatti, necessarie grandi capacità comunicative per il lavoro e per la difesa. Per quanto riguarda inoltre il patteggiare, il decidere, il trovare una linea d’azione o di collaborazione, sono più utili poche e chiare parole unite a decisioni rapide e lineari piuttosto che molti e variegati discorsi. In campo educativo tale diverso apporto linguistico è altrettanto prezioso per la prole poiché, se le parole, le ricche immagini della madre sono preziose per la formazione della cultura e del vocabolario, è, altrettanto importante, sapersi muovere nel pensiero logico seguendo i concetti di base, in modo tale da scoprire e arrivare rapidamente al cuore del problema per affrontarlo e risolverlo il più rapidamente ed efficacemente possibile.

 

 

 

 

L’affettività nell'uomo.

L’affettività maschile non è, come tante volte è stato detto, un’affettività povera o addirittura inesistente, essa è invece altrettanto ricca di quella femminile, anche se ha delle caratteristiche particolari e segue nel suo divenire strade diverse. Innanzi tutto, a differenza di quella femminile, si attiva ed è avvertita, vissuta e manifestata con grande intensità solo se trova nell’ambiente che lo circonda profondi motivi di ispirazione.

    Per quanto riguarda l’intesa di coppia, l’uomo tende a coinvolgersi intensamente solo se avverte la presenza di certe caratteristiche nella sua compagna. La bellezza esteriore è sicuramente una di queste. Il corpo della donna, se si manifesta con forme e modi squisitamente femminili, è per l’uomo uno dei maggiori stimoli d’attrazione e la donna lo sa perfettamente, tanto che, istintivamente, fin da piccola, si adopera in ogni modo per piacergli, per cui il suo corpo e il suo abbigliamento sono fonte di continue attenzioni.

    Ma una donna da amare intensamente deve possedere anche delle qualità particolari, in caso contrario i sentimenti e la disponibilità affettiva dell’uomo risultano minime, tanto da limitarsi soltanto a rapporti amichevoli o ad espressioni sessuali puramente istintive e ludiche. Poiché ha bisogno di una donna da adorare, che si faccia adorare, accanto alla bellezza, è per l’uomo fonte di grande ispirazione amorosa la grazia. Questa, che è da distinguersi nettamente dalla bellezza, è una caratteristica dell’animo prima che del corpo, per cui è presente anche in donne non particolarmente belle, le quali, possedendola, assumono un fascino particolare ed irresistibile agli occhi maschili. La grazia femminile esprime, infatti, attraverso lo sguardo, i comportamenti, le parole ed il corpo, doti che sono proprie dell’anima e della mente, come la dolcezza, la bontà, la disponibilità, la delicatezza, la finezza, la semplicità, la soavità, il pudore di chi le porta. Queste doti se sono poco interessanti in un rapporto breve ed istintivo, fatto più di sesso che di sentimenti, diventano fondamentali in un rapporto serio in cui l’uomo impegna tutte le sue energie e che considera per la vita.

    Altra caratteristica ricercata dagli uomini è sicuramente la serietà, fatta di pudore, ponderatezza, rettitudine e responsabilità nei comportamenti e nelle parole. La serietà si manifesta e dà garanzie, tra l’altro, di fedeltà e di maturità nel rapporto e nell’impegno amoroso. Queste ultime sono qualità fondamentali per l’uomo e vengono istintivamente cercate nella sua donna, giacché gli garantiscono che i suoi sacrifici, il suo lavoro ed impegno andranno a favore dei propri figli e non dei figli di un occasionale amante. Contemporaneamente gli danno maggiore sicurezza sulla stabilità del rapporto e quindi sulla migliore funzionalità della coppia e della famiglia. Ciò sembra avere origini ancestrali. Sembra, infatti, che lo sviluppo della specie umana abbia avuto un impulso notevole già 3,5 milioni di anni fa, quando i maschi pre-ominidi si resero disponibili ad aiutare e assistere le loro donne nell’allevamento della prole in cambio della fedeltà.

 

 

    Altri elementi ricercati nella sua compagna di vita sono la disponibilità affettiva e le capacità d’accudimento e attenzioni. Affettività, cure e attenzioni gli danno la certezza di trovare, nella sua casa, una donna capace d’ascolto, d’affetto, di tenerezze, ma anche d’aiuto, cura e supporto nei confronti della sua persona e dei figli.

L’uomo è disposto a grandi sacrifici per la donna che ama ed ammira profondamente, mentre è disposto a poco o nulla per la donna che non ama, non ammira o stima.

Lo stesso avviene per le attività: egli è disposto a grandi sacrifici quando crede in qualche cosa, mentre si crogiola pigramente se non ha uno stimolo adeguato.

 Questo tutto o niente è una caratteristica prettamente maschile, in quanto l’uomo tende ad incanalare le sue energie di volta in volta verso varie finalità in modo massiccio, per questo mette in moto le sue energie fisiche e psichiche e quindi anche la sua affettività, in maniera molto intensa e coinvolgente solo se riceve stimoli adeguati, mentre le sposta verso altre mete o le lascia completamente inattive, in attesa o in riposo se ciò non avviene.

La donna invece come abbiamo detto poiché è capace di graduare meglio le sue energie s’impegna e coinvolge in mille modi diversi per intensità e modalità espressive.

L’amicizia è vissuta dall’uomo in modo diverso rispetto alla donna: più basata sul fare che sul parlare, più un’amicizia di gruppo che a due, ed è più fedele, anche se con meno coinvolgimento emotivo.

 

 

La sessualità nell'uomo

Anche la sessualità risente delle differenze biologiche e dal differente ruolo che la natura e l’educazione ha assegnato all’uomo. Egli vive ed esprime una sessualità più intensa, libera, impetuosa, meno responsabile di quella della donna, tanto da potersi manifestare solo come puro fatto istintivo; perciò, una maggiore frequenza della masturbazione e dei contatti mercenari o episodici. Ciò è dovuto soprattutto alla maggiore stimolazione ormonale, ma anche al fatto che l’uomo sente collegata la sessualità alla sua capacità e virilità, all’idea di forza e di potenza. Ciò lo spinge a valorizzarla maggiormente ed ad usarla meno responsabilmente e spesso in modo improprio.

D’altra parte, questo atteggiamento si dovrebbe integrare molto bene, in un sottile gioco delle parti, con quello della donna, in modo tale che, se l’impetuoso e irresistibile desiderio dell’uomo, le sue capacità virili e la sua forza fisica, interiore e fecondante, garantiscono la riproduzione, dall’altra l’atteggiamento più sereno, serio e responsabile della donna dovrebbe portare la coppia ad un atteggiamento ed un impegno nei riguardi della vita, oltre che della sessualità, più maturo e fecondo. E’ la donna che, il più spesso, stimola l’uomo ad accettare e far proprio un cammino di coppia e poi di famiglia generoso, aperto alla vita e all’impegno sociale. Quest’atteggiamento femminile è vissuto dal maschio come prova di serietà e di responsabilità della sua futura compagna e quindi lo rassicura sulla sua futura fedeltà. Quando questo atteggiamento femminile non è presente, come avviene nelle donne cosiddette “libere” o “emancipate”, il percorso verso un impegno familiare manca o si interrompe bruscamente.

 

La motilità, la forza e la destrezza nell'uomo.

La potenza e la forza, sia fisica sia morale sono la caratteristica maschile per eccellenza. Forza fisica significa più rendimento nel lavoro, più capacità nella difesa della famiglia e del gruppo d’appartenenza. Forza morale significa maggiore capacità nell’affrontare senza tentennamenti, senza rinunzie, senza abbandoni, i numerosissimi ostacoli e frustrazioni che la vita, oggi come ieri, ci propina a piene mani.

Tale forza per manifestarsi in maniera congrua ed efficace deve, però, essere richiesta e anche orgogliosamente sottolineata e gratificata sia da parte della società che dalla donna e da tutto il nucleo familiare. In caso contrario, se frustrata e limitata o peggio come avviene oggi umiliata e derisa, si manifesta in modi violenti ed incongrui. Per tale motivo il maschietto fin dalla nascita è stimolato in giochi d’abilità, coraggio, determinazione, agilità, prontezza, resistenza al dolore, in modo tale da introiettare queste qualità ed essere pronto ad usarle, quando occorre, nel miglior modo possibile.

Ciò, in parte, è diventato elemento genetico. L’apparato muscolare e osseo nell’uomo è più sviluppato e potente di quello della donna.

Se l’uomo è impegnato in un’attività che sente importante e fondamentale, sa sopportare ferite, dolori e lacerazioni sia fisiche che morali in modo egregio; anche se, dopo l’impegno, poco sopporta il dolore fisico e ha bisogno di cure, coccole e attenzioni da parte della sua donna, in quanto ha bisogno di reintegrare le sue energie fisiche ma soprattutto psichiche, così abbondantemente spese.

La volontà nell'uomo.

“Per agire con efficacia l’uomo deve operare con forza; per essere interessato ha bisogno di stimoli forti; per comprendere deve compiere delle forti concentrazioni di spirito, per volere, deve tendersi con energia. Senza questo l’uomo resta improduttivo, insensibile, senza comprensione profonda, senza volontà vera.”  

Se maturo, sereno ed equilibrato l’uomo tende ad imporre la sua volontà senza abusarne, con autorità ma senza autoritarismo, senza arroganza, senza astio, senza collera ma anche senza permissivismo. Sa intervenire con fermezza e determinazione e, se possibile, lo fa senza l’uso della violenza. Evita la tirannia quanto la debolezza, sa ascoltare, intervenire, imporre. Non tollera ingiustizie, abusi, ma evita anche di farne agli altri.

Solo se immaturo, disturbato psicologicamente o educato alla violenza e all’asocialità, tenderà all’autoritarismo, alla collera, all’arroganza, oppure, al contrario, a lasciar fare agli altri, dando ragione all’ultimo venuto, evitando ogni conflitto.

La tendenza maschile a stabilire nella vita comunitaria norme, regole e limiti ben precisi, resta una necessità. Essa permette a quelli che vivono insieme con lui, di armonizzare il loro comportamento individuale in vista del bene comune e del rispetto di ciascuno, senza continui rimbrotti e senza estenuanti discussioni.

 

 

L’intelligenza e gli interessi nell'uomo.

Anche per quanto riguarda l’intelligenza maschile, vale quanto abbiamo detto precedentemente. L’intelligenza dell’uomo non è maggiore o minore di quella della donna ma in alcuni aspetti e solo per alcuni aspetti, è diversa. La sua diversità nasce, ed è il risultato, di scelte educative e sociali ma anche di una continua ed incessante selezione genetica che ha avuto, e ha lo scopo di migliorare la specie per garantirle la massima diffusione e salvaguardia.

Per tale motivo, poiché l’uomo doveva provvedere alla difesa e alle necessità vitali per se e per la propria famiglia e poiché ciò per millenni significava guerreggiare o andare a caccia di animali, era necessario che oltre alla forza e alla destrezza avesse a suo vantaggio anche altre capacità, come quelle spaziali.

Ricordiamo che i maschi sperimentalmente eccellono nelle attività che richiedono tali competenze: come leggere cartine geografiche od orientarsi in spazi sconosciuti. Ciò al fine di potersi muovere agevolmente nel territorio, fatto a volte di fitti boschi o, altre volte, di spazi aperti e sconfinati come il deserto e le praterie. Da quanto abbiano detto è facilmente comprensibile anche la maggiore capacità maschile, verificata sperimentalmente, di colpire un bersaglio, la maggiore abilità nei giochi come gli scacchi, in cui è necessario prevedere le mosse dell’avversario.

Inoltre, riescono meglio ad identificare una figura nascosta in un disegno, risultano più abili dal punto di vista motorio nella guida di un mezzo e hanno minor paura del pericolo che, anzi, li eccita e li stimola. Non hanno infine timore d’intraprendere azioni pericolose, rischiose, che richiedono un notevole sacrificio fisico.

La necessità di conoscere, muoversi agevolmente e successivamente modificare il territorio in cui viveva, adattandolo alle coltivazioni, ai commerci, alla produzione di beni, non poteva non dare all’uomo quella maggiore passionalità e genialità nello studio del territorio, nella progettazione e poi nella costruzione di macchine e strumenti, ma anche quella capacità intuitiva particolare di affrontare e risolvere problemi fisici e meccanici, e ancora di astrarre da casi particolari principi e leggi universali utilizzabili in altre occasioni.

Ricordiamo come i maschietti siano più amanti dei giochi meccanici di costruzione e sperimentazione; il maggiore interesse maschile per la tecnica, per il calcolo, per la meccanica trova in ciò la sua spiegazione. Per tali motivi, l’uomo, in mille occasioni, sa sempre cosa fare, quando farlo, come farlo nel migliore dei modi e utilizzando il minimo di energia.

 La necessità di gestire la cosa pubblica e quindi i rapporti all’esterno della famiglia con le altre famiglie del clan o con le altre città e nazioni, creando patti, alleanze, commerci ha, a sua volta, dato all’uomo il piacere e l’interesse per la politica. Lo aiuta in ciò una logica più stringente, una coerenza e una linearità di comportamento maggiore ed una più accentuata tendenza, rispetto alle donne, nel dare norme, principi e regole di comportamento valide per tutti.

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "L'educazione negata Edizioni E.D.A.S.

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