Responsabili della riuscita d’un matrimonio sono anche la comunità sociale e le istituzioni religiose e politiche che possono giudicare il patto matrimoniale come un gesto di coraggio, abnegazione, disponibilità ed apertura alla vita oppure un ostacolo agli impegni e agli interessi del lavoro, della produzione e del commercio. “Era un buon lavoratore: il matrimonio, la famiglia e i figli lo hanno rovinato. Non rende più come prima”.
Le istituzioni e i servizi statali, provinciali e comunali avrebbero, inoltre, il compito di provvedere a:
• favorire la formazione di coppie e di famiglie stabili e funzionali e non la loro dissoluzione;
• aiutare le famiglie nei loro compiti educativi, di cura e assistenza, senza sovrapporsi ad esse, senza sostituirsi ad esse;
• sostenere e proteggere l’istituto del matrimonio, le promesse matrimoniali e i bisogni economici delle coppie e delle famiglie;
• proteggere sia i minori sia gli adulti dall’inquinamento psichico e morale dovuto all’invasione dei mass media. Questi strumenti, infatti, quando diffondono capillarmente in ogni casa contenuti, immagini, idee e situazioni altamente diseducativi, volgari e violenti, riescono a minare il normale sviluppo della personalità umana, così come ottengono di impedire, limitare o rendere vano l’impegno educativo e formativo dei genitori e delle altre agenzie educative.