Contattiamo il centro Studi Logos perché la nostra bimba, Chiara di 3 anni e mezzo, presentava diverse criticità:
- Crisi emotive (temper tantrum) estreme, per qualsiasi cosa, non solo per i no, ma anche per uscire di casa o rientrare a casa, oppure per un oggetto che cadeva, ecc. Pianti urlanti disperati ogni giorno.
- Durante le crisi sbatteva la testa al muro.
- Diverse ossessioni/fissazioni. Chiara passava molto tempo ad applicare cerotti ai pupazzi, in modo compulsivo, al punto tale da renderli quasi delle mummie.
- Paure estreme e immotivate. Ogni volta che uscivamo controllava ripetutamente che fosse la mamma a portare il passeggino e non il papà. Sull’altalena, controllava continuamente che fosse la mamma a spingere e non il papà. Ripetutamente, sempre sull’altalena, controllava che la mamma utilizzasse due mani e non una sola.
- Quando uscivamo, decideva lei dove andare: indicava la strada e se non la seguivamo scattavano pianti e urla.
- Difficoltà estrema a stare lontana, anche pochi metri, dalla mamma. In casa era un continuo cercare e chiamare la mamma.
- Attaccamento fortissimo a oggetti vari. Quando uscivamo dovevamo portare con noi un bustone pieno di pupazzi, altrimenti urlava e si disperava e non si poteva uscire.
- Attaccamento fortissimo a un pupazzo in particolare, un anatroccolo di pezza, che cercava continuamente anche quando era a casa e lo dava alla mamma o al papà per farlo tenere nella maglietta, chiedendo continuamente se fosse lì il pupazzo.
- Il papà veniva spesso cacciato via in varie situazioni.
- Selettività alimentare.
- Impossibilità a recarci nei luoghi frequentati (centri commerciali, parchi molto frequentati) perché scatenano crisi forti nella bambina.
- Pannolino non ancora tolto.
- Quando eravamo in auto, la bambina voleva solo ed esclusivamente stare attaccata al seno della mamma.
Ci rivolgiamo a noto neuropsichiatra infantile in Puglia, il quale diagnostica “disturbo di disregolazione emotiva” e propende per terapia cognitiva comportamentale e inserimento immediato all’asilo. Soprattutto ritiene necessaria la terapia comportamentale, altrimenti ci saremmo ritrovati, parole sue, con un “dittatore in casa” entro poco tempo.
Io, la mamma, dopo essermi documentata su questa terapia, mi rifiuto categoricamente, perché sin da subito mi rendo conto che sarebbe solo peggiorativa per mia figlia (dopo aver anche ascoltato diverse testimonianze di fallimento). Lo stesso vale per l’asilo: in una situazione del genere sarebbe stato solo peggiorativo.
Conosciamo il dottor Tribulato, che contattiamo. Secondo il Dottore, la bambina ha una forte sofferenza emotiva e ci parla della terapia affettiva relazionale unita al gioco libero autogestito. Iniziamo sin da subito, convinti dalla bontà delle spiegazioni del dottore e dalle numerose testimonianze presenti sul sito. Io e mio marito ci prendiamo un periodo di stop dal lavoro, per dedicarci completamente alla bambina, anche perché il Dottor Tribulato conferma positivamente la nostra scelta di evitare l’asilo per ora. Iniziamo a portare la bimba in luoghi dove vige la quiete, poco frequentati: parchi di periferia, boschi, agriturismi. Lasciamo a scegliere a lei i giochi e noi ci avviciniamo sempre con rispetto e amore. La seguiamo amorevolmente, non la rimproveriamo. Ogni nostro gesto è rivolto con premura. Le giornate diventano da subito più serene. Chiara inizia sin dalle prime settimane a mostrarsi più tranquilla. Evitiamo categoricamente luoghi affollati e altri luoghi/situazioni/persone che scatenano crisi in lei. Le giornate trascorrono tranquille tra gite al parco, immersi nella natura. Arriva l’estate e anche il mare si aggiunge alla nostra quotidianità. Piano piano, visti i buoni risultati, iniziamo a reintrodurre Chiara in posti più esposti: parchi con più bambini, addirittura nei centri commerciali (che abbiamo evitato per circa 2 mesi). La bimba è sempre più serena. Dopo cinque mesi, tutti i problemi si sono risolti: la bimba è serena, riesce ad affrontare i no e le situazioni scomode senza cadere in crisi, le ossessioni sono tutte sparite. Quando usciamo porta con sé solo qualche gioco, ma mentre siamo al parco lo ripone nella borsa per dedicarsi alle attività. Chiara impara ad apprezzare la presenza del padre, fino ad allora disdegnata. La relazione tra padre e figlia inizia a essere profonda, fatta di giochi e coccole. Anche la selettività alimentare diventa un lontano ricordo. Riusciamo finalmente a togliere il pannolino. In auto la bimba ora sta volentieri nel seggiolino. Inizia a seguire dei laboratori insieme ad altri bambini, senza alcun problema di socializzazione.
A distanza di cinque mesi, siamo felici di vedere una figlia serena, sicura di sé, audace, scherzosa e furbetta, dall’intelligenza vivacissima, dotata di fantasia e creatività. Tutto questo era già in lei, ma noi genitori, probabilmente, non riuscivamo a far sbocciare questo fiore. Grazie Logos, grazie Dottor Tribulato!