La comunicazione.
E’ soprattutto la madre che si impegna a dare al figlio la possibilità di comprendere e poi di esprimersi. Intanto mediante il linguaggio del corpo. Un linguaggio fatto di gestualità ed espressività mediante il quale egli potrà comunicare i suoi bisogni. Gesti come alzare le braccia per chiedere di essere preso e stretto al cuore. Gesti come mandare bacetti con la mano per fare felici parenti e amici. Gesti per riconoscere ed indicare oggetti e persone. Gesti per fare comprendere di aver recepito correttamente il linguaggio verbale. Gesti per esprimere bisogni: fame, sete, fastidio. Gesti per esprimere desideri: “Io voglio quell’oggetto”, “Quella cosa o quella persona mi piace o no, non mi piace, non la voglio.”
E poi una lingua fatta di espressioni verbali che inizialmente sono costituite dal gergo infantile “mammesco”. Semplici vocali e sillabe per esprimere le necessità fondamentali e successivamente parole e frasi per dialogare e acquisire informazioni dalle persone e dai mezzi, come la radio e la TV, con i quali entrerà in contatto. Per Osterrieth “...il bambino non può scoprire la parola se non tra le persone che parlano” e ancora lo stesso autore: “Insomma, non può esservi sviluppo specificatamente umano senza un contatto con gli esseri umani”.[1]
Un linguaggio che viene appreso mediante l’impegno gioioso e continuo dei familiari ma soprattutto della madre.[2]
Una lingua quindi indispensabile per capire ed esprimere ancora meglio i suoi bisogni: cibo, acqua, affetto, coccole. Una lingua per dire: “Ti voglio bene.” Una lingua per farsi capire e per capire. Una lingua per sorridere e giocare insieme. Una lingua per esprimere meglio i motivi della propria gioia, come anche le paure e le ansie e se possibile, anche le cause della propria sofferenza. Una lingua per esprimere la gioia di essere al mondo, ma anche, quando serve, le difficoltà incontrate nelle strade di questo mondo. Una lingua per dire sì e accettare, una lingua per dire no e imporre la propria volontà.
Accanto al linguaggio verbale e mimico i genitori, ma ancora una volta soprattutto le madri, con la loro presenza, con le loro parole, con i loro gesti, con le loro azioni, con il loro esempio, hanno anche il compito di costruire e sviluppare nel cuore e nella mente dei loro figli il mondo dei sentimenti e delle emozioni, il mondo delle cure e delle attenzioni, il mondo degli affetti e delle relazioni, il mondo della tenerezza e dell’attenzione verso tutti, ma soprattutto verso i più piccoli, verso le persone più bisognose e deboli.
Entrambi i genitori, in definitiva,ma soprattutto la madre, hanno il compito di sviluppare e curare il mondo del cuore. E’ questo un compito fondamentale ed insostituibile, perché è alla base di ogni relazione umana, sociale e spirituale. E’ alla base delle future capacità di madre e padre. Sì, anche di padre. Perché il patrimonio affettivo, relazionale e spirituale appartiene ed è patrimonio di entrambi i sessi, qualunque sia il loro ruolo futuro. Questo patrimonio potrà essere utilizzato in mille modi: come padre e madre, abbiamo detto, ma anche come marito e moglie, come insegnante o allievo, come sacerdote o medico, come psicologo, idraulico, magistrato, politico. Sarà un bene prezioso, indispensabile per ogni uomo e ogni donna, da spendere nel modo più opportuno, secondo delle scelte individuali o di gruppo, nell’ambito della società umana.
Senza questo patrimonio si formeranno futuri uomini e donne monchi o disturbati nella loro vita affettivo-relazionale. Incapaci di stare bene con se stessi e con gli altri. Incapaci di capire e farsi capire; incapaci di amare e farsi amare; incapaci di accettazione e di perdono; incapaci di accoglienza e disponibilità.
La corretta identità sessuale.
I genitori hanno poi il compito di aiutare lo sviluppo di una corretta identità e ruolo sessuale nei figli.
Pertanto “La sicurezza della propria identità sessuale è un fattore d’importanza fondamentale per conseguire una stabile identità delI’Io. Fra tutti i fattori che contribuiscono a formare le caratteristiche della personalità, il sesso è il più decisivo. Le incertezze e le insoddisfazioni relative alla propria identità sessuale possono contribuire all’eziologia di molte nevrosi, deficienze del carattere e perversioni.”[3] “In chiave antropologica la sessualità è propriamente una condizione di esistenza; infatti, prima ancora di essere funzione procreativa e pulsionale profonda, essa è dimensione strutturale della persona che segna in profondità tutta l’esperienza e l’autocoscienza dell’individuo...”[4]
Il patrimonio genetico, con i cromosomi XX per le future femminucce e XY per i futuri maschietti, rappresenta solo il progetto per iniziare a costruire una corretta identità sessuale.[5] A questi input iniziali si dovrà aggiungere intanto la corretta informazione fornita dagli ormoni provenienti dai testicoli e dalle ovaie primitivi che, da bravi messaggeri, porteranno a tutti gli organi la stessa informazione: “Da questo momento in poi organizzatevi in senso maschile” o al contrario, “Da questo momento in poi organizzatevi e specializzatevi in senso femminile.” Se il messaggio viene inviato correttamente, se è sufficientemente intenso, se viene ricevuto dai vari organi e distretti e se gli organi obbediranno e si adatteranno a tale comunicazione, verrà costruita una buona base di partenza per una corretta identità sessuale. Ma ciò non basta perché altri elementi educativi specifici dovranno pervenire dall’ambiente. Altri elementi ormonali dovranno, nel momento opportuno, aggiungersi durante tutta la vita dell’individuo, soprattutto durante il periodo puberale.
Mentre i genitori devono mettere in atto tutto il loro impegno affinché il nuovo nato sia protetto verso gli inquinanti fisici che potrebbero far deviare il normale sviluppo sessuale, loro compito fondamentale è attivarsi costantemente affinché da loro, e dall’ambiente circostante, arrivino messaggi coerenti e corretti che rispettino l’identità ed i ruoli specifici.
Intanto per Lidz “Il mantenimento del corretto ruolo sessuale da parte dei genitori nel corso della loro unione ha un’importanza decisiva nel guidare il fanciullo a svilupparsi positivamente come uomo o come donna”;[6] se questo manca per cui i ruoli risultano confusi, sfumati o peggio ribaltati, il fanciullo mancherà di un modello valido di riferimento.
Oltre a proporre il proprio corretto stile di vita maschile o femminile, i genitori si dovranno impegnare nel dare al bambino che nascerà, stimoli specifici per meglio indirizzare l’identità e i ruoli sessuali. Questo compito la madre svolge già prima che il bambino nasca, preparando il corredino più adatto ma, soprattutto, preparando, nel proprio intimo, quegli atteggiamenti e quei comportamenti più idonei ad aiutare e rendere concreta una corretta identità e ruolo sessuale.
Questa preparazione interiore oggi è resa più facile dalla conoscenza prematura del sesso, ma anche quando ciò non era possibile, i genitori predisponevano il loro animo ad aiutare la natura nella definizione di una corretta identità. La scelta dei colori, nella nostra società occidentale: rosa per le femminucce e azzurro per i maschietti; la scelta delle fogge del vestiario: vestitini, pizzi, merletti per le femminucce, vestiti più sobri e pantaloncini per i maschietti, avevano e hanno lo scopo di far individuare facilmente il rispettivo sesso, in una fase dello sviluppo nella quale i due sessi potrebbero confondersi.
E’ un messaggio per il neonato e successivamente per il bambino, ma è anche un messaggio per la comunità dei parenti e amici. Come dire e chiedere a tutti: “Mi raccomando, trattate questo bambino come femmina o, al contrario. come maschio.”
Noi siamo ciò che portiamo dentro il nostro corpo, noi siamo ciò che portiamo nella nostra mente e nel nostro cuore, ma noi siamo anche come gli altri ci vedono e come noi ci vediamo. Il vissuto personale e quello di chi ci circonda non è indifferente nello sviluppo della nostra personalità. Pertanto il nome, i vestitini, i colori, sono messaggi di identificazione per sé stessi e per gli altri, affinché si costruisca un vissuto interiore coerente e quindi ci si comporti di conseguenza e vada in porto, in modo corretto, il progetto di differenziazione sessuale già presente nei geni fin dal concepimento.
Questo impegno per una corretta differenziazione sessuale continua mediante gli atteggiamenti ed i comportamenti familiari.
Entrambi i genitori si dedicheranno ad educare e sviluppare nelle femminucce un’intensa sensibilità, una calda emotività, atteggiamenti comprensivi, dolci e teneri. Si impegneranno a sviluppare nelle figlie ottime capacità nella cura e nella comunicazione, sia verbale, sia non verbale. Un linguaggio per ascoltare. Un linguaggio per capire e rispondere adeguatamente ai bisogni più immediati ed istintivi. Qualità queste indispensabili per capire, amare e accudire i bambini piccoli, ma anche i ragazzi e i giovani adolescenti.
Come corollario a tutto ciò non mancheranno gli insegnamenti utili ed indispensabili per la migliore fruizione e funzionalità dell’ambiente domestico: ordine, pulizia, preparazione dei cibi, cure fisiche, materiali, spirituali, pronto soccorso, cure mediche ecc.
L’attività di differenziazione continuerà, giorno dopo giorno, mediante una serie di messaggi ed elementi culturali propri dello stile femminile. Uno stile che si evidenzierà nel modo di vestire, nel modo di relazionarsi con le altre donne e con gli altri uomini, con i vicini, con la rete parentale ed affettiva, con il proprio marito.
Uno stile che mette al primo posto i valori della famiglia, dei sentimenti e il mondo affettivo relazionale.
Nel contempo, il padre si impegnerà per rendere chiara e definita l’identità ed il ruolo sessuale maschile valorizzando e stimolando varie funzioni.
Intanto una motilità più agile, impetuosa e forte. Il massimo della coerenza nelle azioni. La linearità e la determinazione nelle decisioni. Il coraggio e la sicurezza nell’affrontare i pericoli ed i compiti che si dovessero presentare. Il piacere nella cura e protezione delle donne e dei bambini. L’uso di un linguaggio più asciutto e scarno che vada dritto al nocciolo del problema. Un controllo dell’emotività, affinché le decisioni e le scelte di vita non siano influenzate eccessivamente dalle emozioni e dai sentimenti del momento. Stimoli all’avventura e all’azione. Stimoli ad osare per raggiungere obiettivi sempre più avanzati e importanti per il bene familiare e sociale.
Nello stile maschile che viene comunicato vi sarà: la necessità della sobrietà, sobrietà negli indumenti, sobrietà nel cibo, nell’uso degli oggetti; l’importanza di uno spiccato senso dell’onore, per evitare di essere banderuola e voltagabbana nei confronti della propria famiglia e della società; stimoli ad una visione molto ampia della realtà interna ed esterna che tenga conto non solo della situazione attuale ma valuti correttamente le indicazioni del passato e i possibili sviluppi futuri.
I genitori hanno quindi il compito di dare ad entrambi i figli quei vissuti ed esperienze specifiche di cui sono portatori.
Se tutta la vita relazionale tra i genitori ed i figli dovrebbe essere attenta allo sviluppo di una corretta identità sessuale, vi sono dei momenti particolarmente importanti che la psicologia ha individuato: i primi due - tre anni di vita, la fase edipica, l’adolescenza.
Nella fase edipica che inizia verso i tre - quattro anni, si sviluppa quell’amore e quella preferenza verso il genitore di sesso opposto che Freud chiamò amore edipico. Un amore vero, reale, anche se vissuto in un contesto molto diverso: più protetto, meno intenso e coinvolgente, rispetto a quello che sarà vissuto da adulto.
Un amore esclusivo, un amore geloso, un amore possessivo, un amore seduttivo verso il genitore dell’altro sesso. Questo sentimento sarà una palestra protetta e sicura per imparare a gestire le future emozioni, come quelle date dall’innamoramento ed i futuri intensi ed esclusivi sentimenti affettivi, ma sarà anche uno strumento per migliorare l’identità sessuale. Dirà la bambina: “Se papà è un uomo e io sono una donna, per farmi amare da papà dovrò cercare di essere come la mamma”. Introiterà allora, così, tutte le caratteristiche femminili della madre, la sua dolcezza, la sua tenerezza, le sue capacità di donare e curare i più piccoli, i suoi modi per ottenere quanto desiderato attraverso atteggiamenti non diretti ecc.. Al contrario avverrà per il maschietto. Affinché “l’amore edipico” svolga correttamente il proprio compito sono, però, necessarie alcune condizioni: vi devono essere due genitori di sesso opposto, che vivano con pienezza e rispetto reciproco il loro ruolo ed il loro rapporto d’amore, ma anche due genitori presenti ed attivi nell’educazione e nel dialogo con i figli.
Anche le amicizie ed i rapporti sociali sono importanti. Mentre le amicizie nell’ambito dello stesso sesso migliorano l’identità sessuale, attraverso lo scambio e la comunicazione di sentimenti, pensieri, sogni, esperienze con il gruppo dei pari, le amicizie con il sesso opposto permettono di capire meglio gli elementi caratteristici dell’altro sesso e quindi preparano all’intesa e all’incontro amoroso. Pur essendo utili entrambi, nel periodo dell’infanzia e della fanciullezza sono da favorire nettamente le prime, perché è da una buona e corretta identità sessuale che può nascere la possibilità di una migliore intesa. L’eccessiva frequenza con il sesso opposto, così come avviene oggi nella nostra società, sia a livello scolastico sia durante il tempo libero, rischia di confondere il corretto sviluppo dell’identità sessuale, toglie mistero e incanto all’incontro, mentre nel contempo banalizza i rapporti con l’altro sesso.
Anche la scuola dovrebbe contribuire alla costruzione di una corretta identità valorizzando le singole peculiarità di genere nell’ambito della formazione degli alunni e non, come avviene oggi, livellando gli apprendimenti. Il programmare e poi attuare stili educativi come se l’umanità fosse caratterizzata da un unico sesso, costringe, limita e soffoca le caratteristiche specifiche, con notevole danno per la donna e per l’uomo che si stanno formando. Se a questo si aggiunge la netta e prevalente presenza di insegnanti donne il contributo della scuola per il corretto raggiungimento dell’identità sessuale non solo si azzera, ma rischia di essere di segno negativo sia per i maschietti che per le femminucce.
Sappiamo infatti che l’identità sessuale non è qualcosa di fermamente e definitivamente concluso, né al momento della nascita, né dopo i primi anni di esistenza; essa ha bisogno in ogni fase della vita di continui, incessanti apporti. In caso contrario può confondersi o deviare in qualunque momento.
Gli apporti di tipo culturale.
Affinché lo sviluppo della personalità sia completo e armonico, è necessario che il bambino acquisisca la cultura di base della sua famiglia. Le radici di ognuno di noi affondano in un substrato culturale specifico che dovrebbe essere tramandato di generazione in generazione. Questo substrato culturale, che caratterizza le varie realtà familiari, è intriso di valori, di norme e di regole non scritte che vengono trasferite e tramandate oralmente dai genitori ai figli.
Così come dai nostri avi ereditiamo un pezzetto di terreno, una casa o dei gioielli, se i genitori si impegnano pienamente nel loro compito di trasmettere le specifiche identità culturali della famiglia e dell’ambiente, al bambino arriveranno migliaia di messaggi che sono e rappresentano le fondamentali radici culturali da cui attingere nel corso della propria esistenza.
Nell’animo umano, questo substrato familiare fatto di valori ed esperienze, stimola ogni nuovo essere umano ad uno stile di vita peculiare e particolare, consono alle tradizioni e ai modelli delle famiglie dalle quali l’individuo proviene. Quando questi elementi culturali specifici di una determinata famiglia e società mancano, il bambino e poi il giovane e l’adulto, saranno costretti a recepire solo gli elementi, spesso confusi e contraddittori, che provengono dalla società e dai mass media.
In tal caso vi è il grave rischio di rimanere vittima delle mode culturali del momento. E da queste mode culturali non possono che nascere personalità le quali, proprio perché non sono legate ad uno specifico passato, saranno insicure e con comportamenti ed atteggiamenti confusi, instabili e altalenanti.
Tratto dal libro: "Mondo affettivo e mondo economico" Di Emidio Tribulato
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[1] P. A. OSTERRIETH, Introduzione alla psicologia del bambino, Giunti–Barbera, Firenze, 1965, p. 25.
[3] T. LIDZ, Famiglia e problemi di adattamento, p.76.
[4] M. L. DI PIETRO, “Educare alla differenza sessuale in famiglia”, in La famiglia, 1994, 164, p.37.
[5] E. TRIBULATO, L’educazione negata, p.312.