I bravi genitori amano spesso leggere o raccontare ai loro piccoli delle storie e delle favole in molti momenti della vita quotidiana, come ad esempio, durante i pasti, allo scopo di aiutare i piccoli a mangiare seduti e tranquilli a tavola, senza essere costretti a inseguirli per tutta la casa, con il piatto in mano. Le favole e i racconti sono frequentemente utilizzati anche nei lunghi tragitti in macchina, poiché sono un buon mezzo per combattere la noia, la stanchezza e l’insofferenza dei piccoli; oppure la sera, per aiutare i figli a lasciarsi andare al sonno ristoratore in modo più sereno, allontanando paure ed incubi notturni. Storie, racconti e favole sono anche un ottimo strumento per creare tra i genitori e i figli una maggiore complicità e intesa. Anche i buoni insegnanti utilizzano favole e racconti, allo scopo di migliorare le conoscenze culturali e linguistiche dei loro alunni.
Le favole, i racconti e le storie, sia letti che raccontati, sono di solito ricavati attingendo dall’ampia letteratura per bambini e ragazzi. Solo in alcuni casi, da parte di genitori e insegnanti ricchi di fantasia e capacità affabulatorie, sono inventati sul momento.
Le favole più interessanti, che di solito iniziano con: “C’era una volta”, sono spesso ricche di azioni e di colpi di scena. Inoltre sono rese più accattivanti inserendo degli avvenimenti che provocano timori e brividi, allo scopo di attrarre l’attenzione dei piccoli, per poi traghettarli, anche dopo molte traversie, all’immancabile lieto fine, sintetizzato dalla consueta frase: “E vissero felici e contenti”.
Tuttavia, è raro che i genitori, i familiari o gli stessi insegnanti, chiedano ai bambini d’inventare e costruire loro stessi dei racconti in modo assolutamente libero, senza che vi sia alcuna finalità didattica.
Pensiamo, invece, che ascoltare o leggere, per poi interpretare i racconti dei bambini, possa essere molto importante per svariati motivi:
- Intanto le loro parole ci possono permettere di entrare, come in punta di piedi, nel loro mondo interiore, al fine di scoprire cosa vive e si agita nella loro psiche.
- Le loro parole potranno servirci a comprendere come ognuno di loro vive e si muove nel suo ambiente di vita.
- Possiamo, inoltre, comprendere facilmente se la loro vita intima è ricca di serenità e gioia o, viceversa, se è pervasa da ansie, tristezze e sofferenze, che i bambini non riescono a comunicare direttamente.
- I loro racconti ci danno la possibilità di conoscere quali sono le speranze e i desideri dei bambini che abbiamo in cura; quali paure sconvolgono il loro mondo interiore; cosa provoca e stimola il loro entusiasmo o il pessimismo; quali sono i loro più impellenti bisogni e necessità; ma anche quanto hanno inciso, nella loro psiche gli eventi traumatici nei quali i genitori sono stati in quel periodo coinvolti.
- Dalle loro parole possiamo correttamente e facilmente valutare quanto siano stati utili i trattamenti psicoterapici che abbiamo intrapreso.
Non meno importante è lo scopo terapeutico: i bambini, mediante i racconti, hanno la possibilità di liberare il loro animo dai crucci, dalle ansie, dalle paure o dall’aggressività che spesso attanagliano e agitano la loro psiche.
Ciò è possibile in quanto il racconto diventa uno strumento che permette un dialogo profondo tra gli adulti che utilizzano questa metodologia e il bambino. Questo dialogo riesce a creare con facilità una relazione profonda e intima che offre al minore quella sicurezza, serenità e benessere che egli cerca. Facendo partecipe l’adulto dei suoi crucci, delle sue paure e sofferenze, egli può trovare in questi, un punto di riferimento sicuro, stabile e affettuoso, nel quale riporre la sua fiducia e trovare appoggio e comprensione.
Tratto dal libro di Emidio Tribulato: "I bambini raccontano - Interpretazione