Genitori antisociali
Un racconto di Anna
"Una foto non pagata"
Anna, una bambina di nove anni, venne alla nostra osservazione in quanto, dopo che il padre era stato ristretto in carcere, aveva evidenziato sintomi depressivi, con tristezza, malinconia, disturbi alimentari, fragilità emotiva. Come commento ad un suo disegno effettuava questo racconto.
“C’era una volta una famiglia: la mamma si chiamava Teresa, il papà Roberto, la figlia Anna ed il fratello Mario. Erano usciti per andare in montagna ma si sono bruciacchiati perché il sole era troppo forte. Allora sono andati a prendere il gelato. Incontrarono un fotografo e gli proposero di fare una foto a tutta la famiglia. Chiesero al fotografo quanto dovevano pagare per la foto. Il fotografo chiese molto e allora loro si fecero ugualmente la foto ma non la pagarono. Il fotografo allora ruppe la macchina fotografica. La famiglia tornò a casa ed il piccolino si sentì male e gli venne la varicella. Tutti si misero a piangere. Ma per magia la varicella passò e vissero tutti felici e contenti”.
Questo racconto, nel quale la bambina inserisce i veri nomi di tutti i familiari, rileva certamente l’ambiente nel quale la bambina viveva: ambiente poco rispettoso dei diritti altrui (Il fotografo chiese molto e allora loro si fecero ugualmente la foto ma non la pagarono. Il fotografo allora ruppe la macchina fotografica). Quello che maggiormente ci interessa è la parte finale del racconto nel quale la bambina avverte nella malattia del fratellino quasi la punizione divina del loro comportamento antisociale (La famiglia tornò a casa ed il piccolino si sentì male e gli venne la varicella. Tutti si misero a piangere.) Tuttavia Anna cerca di nascondere il senso di colpa e quindi la giusta punizione divina per i comportamenti del padre (ma per magia la varicella passò e vissero tutti felici e contenti.)
Spesso nei figli dei soggetti con comportamenti antisociali, ritroviamo il conflitto interiore tra il bisogno di condannare e quello di giustificare i genitori (Il fotografo chiese molto), ma anche il timore che i comportamenti socialmente e penalmente illeciti da questi attuati, debbano comportare per loro e per tutta la famiglia un giusto castigo al quale non ci si può sottrarre. I sintomi depressivi che si presentano spesso nei bambini dei carcerati sono anche dovuti a questi sensi di colpa e a questi conflitti difficilmente superabili.
Tratto dal libro di Emidio Tribulato:
"I bambini raccontano - Interpretazione