Rabbia e collera

Rabbia e collera

 

Il racconto di Fabio

Il cavaliere, il drago e la strega

Fabio, di nove anni, era nato da una donna la quale aveva vissuto delle situazioni sentimentali sempre molto complicate e difficili. La madre si era sposata una prima volta con un uomo dal quale aveva avuto una figlia. Separatasi dal marito aveva convissuto per due anni con il padre di Fabio, dal quale si era allontanata quando il bambino aveva solo due anni. Subito dopo aveva iniziato una relazione con un uomo sposato. Relazione che era durata diversi anni. Quando la donna decise di lasciare l’amante, questi iniziò a perseguitarla, minacciandola in vario modo. Tale comportamento dell’uomo spinse la donna a decidere di trasferirsi con il figlio in un’altra regione d’Italia, allontanando così da lei il pericolo rappresentato dall’ex amante. Con tale decisione però il figlio sentiva di essere costretto a restare lontano dal padre, dai nonni, dai compagni e dalla casa e città natale, nel quale era, fino a quel momento, era vissuto.

Il bambino, molto risentito per questa situazione, nella ricerca di un minimo di benessere interiore, avvertiva nel suo intimo il bisogno di difendersi e punire chi gli aveva fatto e gli stava facendo del male. Come possiamo notare da questo suo racconto questo bisogno di difesa e di sanzioni nella sua fantasia avevano assunto degli aspetti drammatici.

Il cavaliere

C’era una volta un cavaliere che andò con il suo cavallo tanto lontano. Un giorno giunse a un punto e lì ha visto un drago. Pian piano avvicinandosi alla bestia il drago si svegliò e se ne andò via. Però il cavaliere con il suo cavallo lo inseguì e lo uccise. Lo uccise perché il suo comandante, il suo re, gli disse di uccidere il drago perché era una minaccia per il Paese.

Quando uccise il drago lo portò al Paese e lo mise davanti al re. Però il cavaliere non sapeva che il re era una strega che lanciò una maledizione sul cavaliere e lo fece diventare una rana. Il ranocchio andò a casa di una principessa. Questa ragazza era la figlia di un re di un altro Paese. Quando arrivò a casa della principessa, questa gli disse: “Ma tu chi sei?” Il ranocchio gli rispose: “Sono il cavaliere ma la strega mi ha fatto una maledizione. La principessa capì il problema e allora lo baciò, ed il cavaliere tornò normale.

Il cavaliere e la principessa corsero insieme con le guardie dalla strega e la imprigionarono nelle segrete. Da quel giorno in poi la strega era nelle segrete, così il cavaliere e la figlia del re vissero felici e contenti.

 

Se interpretiamo il racconto di Fabio alla luce della sua storia familiare e personale, capiamo che egli sente prepotentemente il bisogno di eliminare in maniera definitiva l’essere cattivo che attenta alla sicurezza sua e della sua famiglia (C’era una volta un cavaliere che andò con il suo cavallo tanto lontano. Un giorno giunse a un punto e lì ha visto un drago. Pian piano avvicinandosi alla bestia il drago si svegliò e se ne andò via. Però il cavaliere con il suo cavallo lo inseguì e lo uccise).

Egli ubbidisce ai dettati del suo comandante e re, che in questo caso è la madre perseguitata da un uomo “cattivo” (Lo uccise perché il suo comandante, il suo re, gli disse di uccidere il drago perché era una minaccia per il Paese). Tuttavia sa bene che i suoi problemi non riguardano solo l’esterno della sua famiglia, ma vivono accanto a lui: il problema maggiore è proprio la madre che con i suoi comportamenti incongrui lo ha messo e lo mette sistematicamente in ansia e in grave difficoltà. (Quando uccise il drago lo portò al Paese e lo mise davanti al re. Però il cavaliere non sapeva che il re era una strega che lanciò una maledizione sul cavaliere e lo fece diventare una rana). A questo punto la soluzione non può che venire dall’esterno della sua famiglia. La soluzione può venire solo da una ragazza, una principessa buona, figlia di un vero re e non di una strega. (Il ranocchio andò a casa di una principessa. Questa ragazza era la figlia di un altro re di un altro Paese. Quando arrivò a casa della principessa, questa gli disse: “Ma tu chi sei?” Ma il ranocchio gli rispose: “Sono il cavaliere ma la strega mi ha fatto una maledizione. La principessa capì il problema e allora lo baciò, ed il cavaliere tornò normale). Ed è alleandosi con questa ragazza che gli è possibile fare in modo che la madre, causa di buona parte dei suoi problemi, sia rinchiusa nelle segrete, così che non possa più nuocergli ( Il cavaliere e la principessa corsero insieme con le guardie dalla strega e la imprigionarono nelle segrete. Da quel giorno in poi la strega era nelle segrete, così il cavaliere e la figlia del re vissero felici e contenti).

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato:

 


"I bambini raccontano - Interpretazione

 

dei racconti infantili".

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